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GECKO'S TEAR Primati AltrOck Productions 2016 ITA

Il gruppo partenopeo torna dopo dieci anni dal debutto, stavolta con testi in italiano. Il chitarrista/cantante Claudio Mirone compone testi e musiche, che messi assieme sembrano volutamente inerpicarsi e contorcersi. La scelta della lingua italiana è un ritorno alle origini, prima ancora di esordire ufficialmente, raccogliendo così una sfida molto impegnativa. Non c’è un genere ben preciso in cui inserire il quartetto napoletano, in quanto si potrebbe parlare di canzoni alternative-rock italiane, spesso corrosive e dall’afflato psichedelico, in cui il retroterra jazz-rock si confonde spesso e volentieri con un funky duro e senza mezze misure. Le soluzioni più interessanti sembrerebbero essere poste all’inizio, con “Impermeabilità” che potrebbe somigliare ad alcune cose di Francesco Renga, il cui interessante finale è caratterizzato dalla tromba “acida” dell’ospite Fabio Renzullo. Segue il brano intitolato “Struzzo”, dove si mette in evidenza il succitato funky; sicuramente un pezzo più spiritoso, con la presenza del sax di Pietro Santangelo, le doppie voci di Claudia Sorvillo ed un modo di fare che ricorda quello (relativamente) più impegnato di Elio e le Storie tese. Gli “Elii” sono in effetti un punto di riferimento evidente e quindi non può non esserlo anche il loro mentore per eccellenza, Frank Zappa, nel suo fare tanto burlone quanto terribilmente caustico. I titoli sono tutti formati da un’unica lapidaria parola, esattamente come appaiono parecchio sintetiche le frasi che compongono le canzoni stesse, dando così vita a tematiche molto aperte nelle interpretazioni. Non si tratta di un lavoro per nulla semplice ed anzi a qualcuno potrebbe anche dare fastidio, soprattutto per la sopra menzionata impostazione vocale, che è strettamente connessa ai famosi testi (voce che quando vuole sa essere potente, comunque). Tra l’altro, fatta eccezione per quello realizzato dal tastierista Roberto Porzio su “Accendino”, non vi sono praticamente assoli. Tutto è infatti basato su ritmiche dal più che discreto coefficiente di difficoltà, in cui lo stesso Mirone viene supportato dal bassista Valerio “Fluido” Celentano e dal batterista Marco Cataldo. L’analisi dei singoli pezzi, quindi, diventa molto difficile, anche perché non si renderebbe più di tanto l’idea. Quantomeno, non più di quanto già fatto esplicando gli elementi sopra riportati. Certo, quando ci si avvia alla conclusione dei brani, spesso accade qualcosa; è il caso di “Paura”, ma andrebbe posta un po’ di attenzione anche verso la metà di “Bugia”.
Si è parlato di una proposta indirizzata a chi vuole uscire dall’appiattimento musicale imperante, spendendo parole anche altisonanti. Occorrerà verificare se tutto ciò corrisponderà effettivamente ad un riscontro oggettivo. Artisticamente, “Primati” è di difficile inquadramento, oltre che di difficile fruizione. Ma magari ci sarà realmente chi si sta già esaltando. Meglio per i Gecko’s Tear, ovviamente. Nonostante le apparenze, si spera sempre di trovare qualcuno che cavalchi la medesima frequenza d’onde, anche quando questa è resa volutamente difficile da captare.


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Michele Merenda

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