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IL GIARDINO DEI VIZI CONTINUI |
Altri spazi altro tempo |
autoprod. |
1998 |
ITA |
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Se non fosse per il cantato, questo disco non sarebbe niente male... anzi, con la penuria che c'è non capisco come possa essere passato praticamente inosservato, tanto che io ho dovuto reperire la mia copia in America. Sicuramente il disco gode dei suoi momenti migliori quando vengono lasciati correre gli strumenti, con delle buone parti di moog ed organo, bei sinfonismi e belle atmosfere, con brani ben articolati che in qualche caso risultano davvero ben costruiti. Peccato... veramente peccato che il gruppo decida di esprimere in inglese e che il cantante lo faccia così male (non che i back-vocalist siano meglio della voce titolare...), sia per la pronuncia, sia per testi che, in definitiva, per le numerose stonature. Al livello strumentale si parla di Prog sinfonico dalle sicure radici classicheggianti, però moderno, quasi new Prog, e non troppo derivativo. Il violino viene usato in un paio di brani e non fa che aggiungere note positive al giudizio finale, cosa però di cui c'è davvero bisogno perché il disco risulta, come dire, rovinato dal cantato. Speriamo di rivedere questo gruppo marchigiano, di Senigallia, all'opera quanto prima ma che, nel frattempo venga presa coscienza degli errori commessi in questo che avebbe potuto essere un gran disco.
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Alberto Nucci
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