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PATRICK GAUTHIER |
Dans l’entrelacs des Roses-Pierres |
Assai Records |
2022 |
FRA |
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In perfetta continuità con il precedente “Clinamens”, pubblicato dalla Arcangelo solo per il mercato giapponese nel 2016, il nuovo album di Patrick Gauthier, “Dans l’entrelacs des Roses-Pierres”, porta alle fondamenta più essenziali dello zeuhl. Una musica scarnificata e ridotta quasi esclusivamente ad una base di piano e voci. Ma che musica! Undici brani finemente costruiti che, a dispetto della strumentazione minima, trasmettono un’intensità pazzesca. Gauthier è capace ancora una volta di indirizzare il suo pianismo verso melodie molto particolari, che hanno una base classicheggiante, ma che al contempo si avvicinano a certe soluzioni tipiche dei Magma. Da segnalare che tra i collaboratori di Patrick anche in questo disco troviamo tre artisti importanti che in tempi diversi hanno transitato nella band di Christian Vander: Bernard, Himiko e Antoine Paganotti. Nel lavoro che stiamo analizzando l’ossatura dello zeuhl è, in effetti, pienamente avvertibile, con trame sonore delicate eppure sinistre, arricchite occasionalmente dall’inserimento dei fiati (tromba, trombone, flauto, clarinetto) e da qualche percussione in alcuni pezzi, e con la presenza di diversi cantanti che tra armonie, vocalizzi e scat contribuiscono non poco ad alimentare l’aura onirica ed umbratile che ammanta la musica. Il pianoforte è lì a puntellare in continuazione, a volte docile e aggraziato, altre volte più pungente e minaccioso. Tra i punti di riferimento che emergono durante l’ascolto, si percepiscono alcuni compositori dell’Est Europa da sempre apprezzati da Gauthier, come Bartok e Stravinskij, influenze che il musicista francese riesce a far convivere con altre legate al minimalismo di Glass e di Reich e alle sue esperienze che lo hanno visto coinvolto con Weidorje, Magma, Heldon, Alien, Didier Lockwood, giusto per nominare alcuni artisti legati alla corrente zeuhl. Provate ad ascoltare “Tanger”; vi renderete conto di come l’eredità di questi artisti venga a galla con una maestria fuori dal comune e in alcuni frangenti sono particolarmente strette le connessioni con “Wurdah Itah”, “Theusz Hamtaak” e Offering. Quattro delle composizioni di questo cd erano presenti anche in “Clinamens”. Si tratta di “Estinien”, “Fantomas”, “Nathalie C” e di una stupenda rivisitazione di “Vilna”, brano uscito in origine sull’album dei Weidorje e a cui Gauthier è molto legato e per il quale ha creato un nuovo arrangiamento che gli dona una veste particolarmente elegante, grazie anche alla prova meravigliosa della vocalist Himiko. Patrick non può essere certo considerato un compositore prolifico, ma ogni sua prova discografica riesce a toccare sempre livelli molto alti. “Dans l’entrelacs des Roses-Pierres” è, come i suoi pochi predecessori, una gemma preziosa, magari non destinata a tutti, vista la particolarità della proposta, ma che può regalare quarantatré minuti di emozioni continue a chi è avvezzo a certe coordinate stilistiche.
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Peppe Di Spirito
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