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GROOVECTOR Enigmatic elements Mellow Records 2003 FIN

Stilisticamente eclettico, fin troppo pulito nel sound, di esecuzione precisa, più soft dell'interessante debutto, rispetto al quale si distingue oltretutto per la presenza di pezzi cantati (4 brani su 8), la nuova creatura dei Groovector è un prodotto di buon gusto e squisita fattura. Nulla di così enigmatico si cela in fondo tra gli elementi che compongono questo disco: stralci di musica elettronica molto fruibile, vaghi elementi fusion che vagamente ricordano i connazionali Finnforest (soprattutto nell'affascinante "Real Mind"), parti di grande atmosfera dal suono dilatato e morbido e parti più propriamente romantico-sinfoniche. Non mancano occasioni in cui il gruppo si riesce a vendere bene, come nella ballad simil British pop "Never Growing Old" o la title track dall'accattivante riff. Il sentimento che domina in quest'album è la malinconia: una dolce malinconia in cui l'ascoltatore riesce quasi a cullarsi. Sinuoso il sax, presente in 4 tracce, di Risto Salmi (special guest) accarezza le membrane timpaniche mentre la musica scivola via senza fretta ed è piacevole perdersi nell'ascolto. Nulla di trascendentale, la musica dei Groovector non è fatta di muri di note, è rarefatta ed intimistica, senza dubbio composta di piccoli particolari. Una proposta di valore anche se forse un po' in calo rispetto a "Ultramarine", non priva di qualche banalità.

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

GROOVECTOR Ultramarine 2000 
GROOVECTOR Darklubing at Tavastia 2005 

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