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HEARTSCORE Sculptures autoprod. 2003 GER

Nati nel 2000 per salvare il mondo dalla musica rock di oggi, come si legge tra le note biografiche di accompagnamento, gli Heartscore sono una band virtuale composta da due menti fuori dell'ordinario: quelle di Oliver Hartstack (voce) e Dick Radlott (polistrumentista). In effetti questo esordio discografico, preceduto da un demo pubblicato nel 2002, dà l'idea di un freddo esperimento di laboratorio in cui viene miscelato il contenuto di non meglio specificate provettine colorate. Nel complesso la musica sembra basarsi sul dark di matrice britannica con cori un po' goffi, un sound alquanto ossuto, riff chitarristici schematici e tastiere somministrate col contagocce. I testi sono ricavati da autori letterari come Langstone Hughes, E.E. Cummings ed Emily Dickinson, quasi a voler creare un ponte tra letteratura e musica rock. L'idea non dispiace ed è interessante osservare le soluzioni vocali escogitate per interpretare versi così illustri. Le armonie vocali sono costruite in maniera tale da poter essere ricordate con facilità e non mancano ritornelli spudoratamente accattivanti, costruiti per installarsi in pianta stabile nei vostri ricordi e riaffiorare alla coscienza nei momenti più impensati. La durata media delle canzoni è breve e l'intero album non dura più di 45 minuti. La domanda è: vale la pena far girare per questo tempo nel vostro lettore questo dischetto? Se la vita è fatta di priorità, come qualcuno ha affermato... allora fareste meglio a comprarvi un gelato!

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

HEARTSCORE Straight to the brain 2004 

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