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HORIZONT Summer in town / The portrait of a boy Melodiya 1985/89 (Boheme 2000) RUS

Dovuto, voluto e concesso è lo sforzo che dobbiamo fare nei confronti di questo gruppo che così insolitamente ci raggiunge. Un certo tipo d'avanguardia e stata legata al cinema e alla letteratura del loro paese con stupida demagogia quasi il clima, non solo politico, influenzasse l'aspetto artistico-umano tanto da renderlo impenetrabile. Riscopro l'ingenuità del coinvolgimento proprio dopo quei ripetuti ascolti così giusti e spontanei. Niente sembra facile in questa occasione sebbene mi abbia condotto in luoghi di pensiero. Il primo "Summer..." contiene quel approccio d'esordio che sembra essere un insieme di scelte espresse quasi inconsciamente. Divagazioni di synth, austeri attimi ricordano la l'unione di Jarre ad una concezione più avanguardistica e scura. Quel piccolo lasso temporale che separa i due album contribuisce certamente alla possibilità di viaggio all'interno del suono. Le piccole sinfonie di "The Portrait" sembrano quasi interpretare la classica con ritmi da balletto marziale con passi rigidi ma scorrevoli. Le tastiere raccontano di orizzonti insperati e confini abbattuti. Quei suoni e sussurri sembrano così lontani e inafferrabili da rendere la musica un'onda sinfonica e leggera, capace di avvolgere il tutto al suo passaggio. Il sapore della tradizione si cela nelle loro personali progressioni che mescolate al fascino dei primi anni ottanta offrono un'esperienza assolutamente unica.

 

Gerald Crich

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