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HATFIELD AND THE NORTH Hatwise choice autoprod. 2005 UK

Come negare l'importanza e la grandezza degli Hatfield and the North nell'ambito del progressive rock? E come non accogliere con immediato calore e benevolenza un loro nuovo prodotto che raccoglie materiale d'archivio mai pubblicato ufficialmente prima d'ora? Il gruppo originario di Canterbury formato da musicisti di eccezionale caratura rispondenti ai nomi di Dave Stewart, Richard Sinclair, Phil Miller e Pip Pyle realizzò due pietre miliari a metà degli anni '70 con l'album omonimo e con "The Rotters' Club". Trent'anni esatti separano quest'ultimo dal cd "Hatwise choice", disponibile, però, solo tramite il sito internet http://www.hatfieldandthenorth.co.uk/, oppure ai concerti della riformata band (con Alex McGuire al posto di Stewart). Questo lavoro contiene le BBC sessions registrate in vari programmi radiofonici tra il 1973 ed il 1974, vari estratti provenienti da concerti tra il 1973 ed il 1975, più un demo risalente al 1973 e sulle cui basi nascerà la splendida "Calyx". Che dire? Quella musica calda, avvolgente ed esaltante che caratterizzava i dischi in studio degli Hatfield emerge anche in questa occasione. Alcuni classici del gruppo (magari rinominati o anagrammati, vezzo spesso utilizzato) dimostrano come anche dal vivo questi musicisti siano fenomenali, proponendo un progressive infarcito di venature jazzistiche, specie nelle divagazioni strumentali tramite le quali note e timbri vanno ad intrecciarsi con successo e senza sbavature per dare risultati di assoluta eccellenza. Nell'ascoltare questi estratti live emerge anche uno spirito ironico e un po' goliardico tra spunti musicali bizzarri, nonsense e curiose dissonanze dettate da sperimentazione o improvvisazione. Ed è proprio da queste che nascono quei bozzetti inediti, che non cambiano di una virgola il personalissimo e affascinante sound degli Hatfield and the North, presenti su "Hatwise choice". Non tutte le tracce godono di una pulizia sonora degna della nostra epoca ed è questo il difetto principale del cd, del quale, però, non si può negare la valenza storico-musicale (e aggiungiamoci anche un bel libretto ricco, con introduzione dello scrittore Jonathan Coe, note dei musicisti e intervista). Pare sia la prima di una serie di uscite di materiale d'archivio… Speriamo e attendiamo fiduciosi, perché questa pubblicazione dimostra come la magia canterburiana viva e risplenda ancora dopo trent'anni, senza perdere di luminosità e senza essere intaccata dall'usura che spesso accompagna il trascorrere del tempo.

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

PIP PYLE’S BASH! Belle illusion 2004 
RICHARD SINCLAIR R.S.V.P. 1994 

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