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DAVID HARRISON 'hum' Dodge Records 2005 UK

Cantautore di Liverpool, David Harrison propone in “Hum” una serie di canzoni in cui mostra la sua propensione verso una musica di classe esposta con piglio deciso, tra ballate, sano rock ’n’ roll, reminiscenze psichedeliche e lievi influenze di vecchio prog. Tra spinte acustiche, sfuriate elettriche, un pizzico di tecnologia ed una vena malinconica avvertibile in tutti i quarantacinque minuti di “Hum”, Harrison sembra tanto volersi ergere a “cantautore triste” dei tempi moderni, puntando molto sulla sua calda voce e sulle note acustiche della chitarra. L’album raccoglie una serie di composizioni di breve durata che sanno essere allo stesso tempo concise e dinamiche. Si parte con “Luminous circles”, pop-rock trasognato, per poi proseguire con le reminiscenze di un passato fatto di Beatles e Rolling Stones e trasportato nel presente attraverso “It’s not your scene” e con la ballad movimentata “Get out of my hair”. Meno riusciti i tentativi di “Lost in the ocean”, con cui si avverte maggiormente un pop all’acqua di rose, “Lucky clover”, piacevole e delicato folk-rock, ma che sa tanto di già sentito, o il cantautorato malinconico, ma deciso, di “Maganda khar” e di “Megan”. Bella ed evocativa, un po’ in stile Sylvian, “Sumatra kamasutra”, con il piano che dà emozioni, una chitarra acustica vibrante e ritmi solenni e potenti a reggere il tutto. Gradevole anche “Beautiful miss America”, sorretta da armonie vocali efficaci e da uno sfondo musicale in cui chitarra e flauto fanno avvertire tanta morbidezza. Con “Walkin’ on water” e “She loves the Sun” si avverte nuovamente qualche incertezza tra forzature varie e l’indecisione della scelta sul seguire il fascino del passato o la “pulizia” di un sound più moderno. Tre extra-tracks riportano versioni alternative ed intriganti di altrettanti buoni brani che abbiamo già ascoltato. Tra alti e bassi il disco convince a metà; le qualità per far bene ci sono, ma Nick Drake era un’altra cosa…

 

Peppe di Spirito

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