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HELMUT RÓBOT Kowloon, ciudad amurallada Viajero Inmovil 2016 ARG

Nell’ultimo decennio l’Argentina ha sviluppato una scena avant prog tra le piů interessanti in giro per il mondo. Possiamo ricordare gruppi come Factor Burzaco, La Manzana Cromática Protoplasmática, Honduras Libregrupo, Orquesta Metafisica, La Maquina Cinematica e tante altre band. Non ci sorprende quindi ritrovarci tra le mani un disco come questo degli Helmut Robot che prosegue nel solco della recente tradizione RIO argentina. I riferimenti della band sono evidentissimi dai primissimi ascolti, immediatamente ci vengono alla mente i Mr. Bungle, cosě come palesi sono i rimandi al RIO di gruppi some i Sleepytime Gorilla Museum e Idiot Flesh. Come i gruppi sovracitati, la musica della band argentina č un mix bizzarro di musica circense, samba, surf, RIO, metal e tanto altro. Il tutto con un sapore di B-Movies anni ‘70 tipico sempre della band di Patton.
Mentre si ascolta l’album, č difficile togliersi dalla mente i riferimenti e non possiamo far a meno di pensare ad una copia, sebbene con qualche tratto distintivo, di gruppi ben piů famosi. Rispetto ai Mr. Bungle, sembrano quasi una controfigura che manca di mordente e priva della delirante verve del gruppo americano. Hemoga Femeba, pseudonimo del cantante della band argentina, non ha l’istrionismo di Patton e le sue linee vocali tendono ad appiattire la proposta musicale del gruppo che giŕ di suo scorre in modo abbastanza prevedibile. Come giŕ accennato gli Helmut Robot presentano comunque dei tratti distintivi: ben chiara č la provenienza sudamericana, argentina e non: troviamo spunti samba e altri di tango argentino. La musica nella sua bizzarria non č schizofrenica e segue una linea logica dall’inizio alla fine dell’album. Nel complesso l’album stesso č piacevole, non č troppo cervellotico ed č fruibile anche ad un pubblico non avvezzo alle sonoritŕ RIO. Il problema č che, seppur volutamente stramba, la musica degli Helmut Robot non riesce a sorprendere e per un disco di questo genere č sicuramente il difetto maggiore.
Chi non dovesse conoscere i riferimenti della band argentina potrebbe sicuramente trovare interessante l’album, ma a questo punto, piuttosto che consigliarne l’ascolto, mi sentirei di indirizzarlo a colmare le proprie lacune ascoltando gli album migliori di gruppi come Mr. Bungle o Sleepytime Gorilla Museum.



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Francesco Inglima

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