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INDACO Terra maris Helikonia / Storie di Note 2002 ITA

Dopo due dischi in studio e un live, con "Terra Maris" gli Indaco dimostrano a pieno titolo la legittimità delle proprie ambizioni, confermandosi al vertice di un discorso espressivo che fonde al meglio generi musicali differenti. Un plauso innanzitutto a Rodolfo Maltese e Pierluigi Calderoni che, accantonate le secche creative in cui il Banco si è da tempo arenato, hanno ritrovato stimoli ed energie nel nuovo progetto. Quantomai azzeccata è poi la scelta di circondarsi sempre di collaboratori prestigiosi, e in "Terra Maris" il loro ruolo è davvero importante.
Il profumo di spezie esotiche si avverte subito: "D'Oriente" è il potenziale hit-single del CD, grazie alla sua contagiosa melodia ben interpretata dalla nuova cantante Gabriella Aiello, su un tappeto di violino e percussioni. Molto belle le due parti di "Amargura", ideale incrocio fra new age e world music con inusitate sfumature spagnoleggianti, in cui si staglia l'impareggiabile voce dell'ex-Tazenda Andrea Parodi. La tromba di Paolo Fresu si destreggia nello strumentale "Aran", traccia dalle più marcate caratteristiche jazz-prog, mentre "Terza Qualità", composta ed interpretata da Eugenio Bennato, ha un clima da cantastorie prossimo a De André. Un gioiellino è poi "Norwegian Wood": del motivo dei Beatles rimane davvero poco, come è giusto che avvenga in una vera cover, e della reinterpretazione degli Indaco in chiave etnica e jazz si ammirano le divagazioni del sax e la ritmica pimpante. Un altro strumentale, "Vento nel Deserto" (rifacimento della title-track del primo disco), è vario e coraggioso come gli Aktuala sapevano fare al loro meglio, ma il clou per chi ama il prog si raggiunge in "Concentrico", pezzo composto dal tastierista Carlo Mezzanotte che, fra suoni di cornamuse, elabora ricami prossimi ad umori romantici genesisiani. Dopo "Umbras", scritta da Parodi però cantata dalla Aiello, si chiude con gli otto minuti di "Puja", di stampo etno/new age. Notevoli tutti gli assoli, in particolare quello marcatamente jazz del pianoforte. Gli Indaco rappresentano una delle migliori vie d'uscita alla staticità di certo prog: se amate le contaminazioni e gradite l'emotività mediterranea, questo è il gruppo che fa per voi.

 

Francesco Fabbri

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