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IBIO El regreso (momentos, lugares, historias…) Artimaña Records 2007 SPA

Molti di voi ricorderanno con piacere l'album che questa band realizzò nel 1978, intitolato "Cuevas de Altamira", e che fino ad oggi rappresentava l'unica sua pubblicazione. Con grande sorpresa accogliamo il ritorno del gruppo della Cantabria, provincia autonoma della Spagna di cui gli Ibio conservano in parte le tradizioni musicali. Il nuovo album si basa sostanzialmente sulle sonorità del passato e allo stesso tempo si configura come un successore più che degno del grazioso debutto. Il legame con il disco di esordio ce lo suggerisce il gruppo stesso che ha messo come traccia di chiusura una rielaborazione della title track collocata invece in apertura del primo album. Registriamo un piccolo cambiamento di line-up con l'ingresso di un nuovo chitarrista, Adolfo Diaz Calderon, che va a sostituire Dioni Sobrado ma per il resto il tempo per gli Ibio non sembra essere passato. Come accennato il nuovo disco si basa su un recupero sostanziale della musica del passato, basata su melodie sinfoniche rigogliose e gentili incursioni folk locali ma, rispetto al debutto, vi è sicuramente un'amplificazione delle atmosfere gioiose e dei barocchismi, specie nelle evoluzioni tastieristiche. Allo stesso tempo aumenta il numero dei brani cantati, dalle linee vocali che si rifanno pesantemente al folklore locale e che ricordano in più occasioni quasi delle filastrocche. Ascoltare questo album è come partecipare ad una coloratissima festa all'aperto, sullo scenario di una campagna a tinte pastello allegramente illuminata dal sole: lo spirito di fondo potrebbe ricordare in parte i Camel, soprattutto per l'elaborazione delle melodie raffinate e delicate, ma in questo caso a prevalere è un Moog festoso ed esuberante, ma mai comunque tronfio, che nell'insieme complessivo rievoca per certi aspetti la PFM. Un esempio delizioso è "Romería", dedicata alle feste della tradizione popolare locale, con begli inserti di requinto (strumento ad aria della tradizione cantabriana), che quasi inevitabilmente ci fa pensare a "E' festa". Il gruppo riesce a mantenere un equilibrio quasi magico, grazie ad una commistione di elementi melodici semplici ma di impatto, belli per la loro freschezza quasi ingenua e spensierata, ed i continui richiami alla propria terra. La struttura stessa delle canzoni è limpida e lineare e le linee melodiche si ripetono nell'arco delle canzoni ciclicamente. Per gli amanti delle sonorità sinfoniche e delle atmosfere gioiose un viaggio nella Cantabria attraverso l'ascolto di questo album è più che consigliato.

 

Jessica Attene

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