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IN LIMBO Allégories autoprod. 2016 FRA

La storia dei francesi In Limbo, formatisi nella città di Caen, nella Bassa Normandia, è già abbastanza lunga, essendo questo “Allégories” il loro terzo album (più un EP). A dire il vero però il loro primo album, “Somnebuleux”, risale al 2008, due anni prima dell’effettiva nascita degli In Limbo; ciò perché quest’album venne registrato in duo da Nicolas (chitarra e batteria) e YomE (basso e chitarra), prima di aver messo su un gruppo completo, dopo di che venne rimixato e ripubblicato due anni dopo sotto il nome del gruppo che, nel frattempo, aveva visto l’arrivo di Flo alle tastiere (e chitarra). “Allégories”, così come l’album precedente (“Interstices”, 2013), è stato pubblicato solo su digitale, con una stampa successiva, pressoché confidenziale, su CD per i nostalgici, come noi, che non possono far a meno di avere un supporto fonografico materiale per le mani.
La musica che i musicisti degli In Limbo ci propongono è andata a trasformarsi progressivamente nel corso del tempo, partendo da atmosfere ambient a un Prog sinfonico dalle molte sonorità oscure (ma non solo), sempre strumentale, melodico, con grande utilizzo di tastiere dal suono importante (piano, organo e Mellotron), che ci porta alla mente qua e là i connazionali Ange e Shub Niggurath, qualcosa dei primi Landberk… ma anche gruppi come Rush o Mastermind, in quei (pochi, a dire il vero) momenti in cui la chitarra diventa aggressive e ruggente. Curioso anche l’andamento ammiccante al folk svedese di “LAmentations”. Le atmosfere sono spesso ampie e magniloquenti, con un’orchestrazione piena ed avvolgente e le tastiere che raramente prendono risolutamente il sopravvento (tipo nella traccia di apertura) ma che in generale si occupano di impadronirsi di tutti gli spazi sonori possibili, duettando in maniera costante con la chitarra. Gli arrangiamenti sono molto belli e curati e raffinati e sono abbastanza ben realizzati e prodotti; anche la registrazione è più che sufficiente… e non è poco, visto anche che la questa è avvenuta nel salotto di casa YomE.
Una particolarità curiosa degli 8 brani, quasi tutti legati fra loro, in cui è suddiviso “Allégories” è la presenza nel nome di ciascuno di essi dell’accordo su cui verte il brano stesso; ecco che abbiamo quindi “REimpression”, “FAscination”… e “MIrage/SIlence” per la doppia traccia iniziale, e così via.
A conti fatti l’album è decisamente gradevole; a volte il suo carattere interamente strumentale rende un po’ stancante l’ascolto ma dare la giusta attenzione e, meglio ancora, goderselo in cuffia consente di apprezzarlo nel miglior modo.



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Alberto Nucci

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