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JUMP The myth of independence Cyclops 1995 UK

Con questo loro quarto album i britannici JUMP cercano di conquistarsi definitivamente un posto ed una considerazione nell'ambito del mondo Prog, senza tuttavia cercare di snaturare la propria musica che ha creato loro un certo seguito in patria. La suddetta operazione viene condotta in primo luogo affidando al buon Mark Kelly la produzione di quest'album, ciò che ha portato non pochi vantaggi, visto anche che i JUMP hanno funto da band di supporto al tour inglese dei Marillion. In secondo luogo è arrivata la firma per la Cyclops, dopo tre album quasi autoprodotti. Senza snaturare la propria natura, come detto, il gruppo arriva a realizzare "The myth of independence": si tratta di un album di rock raffinato, senza riferimenti diretti, che semmai mi può portare alla mente qualcosa dei Marillion ultimi periodi e dei Wishbone Ash. di questa band conoscevo solo il precedente CD, oltre ad averli visti dal vivo, e in base a ciò posso dire che la loro musica si è fatta meno sostenuta, più tranquilla e cadenzata (anche se prima non si poteva parlare veramente di hard rock!). L'album, e la band di conseguenza, acquista il suo senso ed il suo posto nella comunità progressiva non tanto grazie a lunghe suite o tastierate funamboliche, quanto per i suoi elaborati arrangiamenti, lontani dalla banalità e dalla ripetitività. Fateci caso, se ne avete l'occasione: di momento in momento è difficile prevedere come il brano si svilupperà, e questo, per una band che suona un rock neanche tanto cervellotico, è un bel pregio. Gli 11 brani non raggiungono minutaggi elevati, ed è presente qualche episodio che col Prog, ma anche col buon rock, ha poco a che fare (tipo il soul-rock di "On my side"), ma in definitiva l'esperienza dell'ascolto di questo CD è abbastanza raccomandabile; interessante.

 

Alberto Nucci

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