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KRABAT 22 Rockwerk/Black Rills 2000 GER

Il primo ascolto mi farebbe parlare di noia mortale.... C'è qualcosa che non va... va bene, ricominciamo daccapo. Si tratta di un disco caratterizzato da una musica oscura e rarefatta, con un cantato femminile (che poco canta e molto vocalizza) spesso lamentoso e onirico, con un incedere molto pacato, stanche accelerazioni, lunghi brani che non facilitano certo la concentrazione su quanto hanno da offrire. Proviamo ad ascoltare con un altro orecchio e una predisposizione maggiore per questo tipo di musica e scopriamo l'altra faccia della medaglia, ovvero disco dalle tonalità avvolgenti, calde e misteriose. Mentre se ne vanno i minuti riusciamo in qualche modo a lasciarci coinvolgere nelle sognanti atmosfere dei Krabat, non proprio soft, giocate su dissonanze armoniche e chitarre distorte ancorché mai aggressive; il tutto è forse un po' appiattito da una registrazione non eccelsa. Il cantato, come si diceva, è quasi inesistente, dato che in prevalenza si tratta di vocalizzi e invocazioni lamentose. Piano pian si riesce a entrare in armonia con quest'album che molto può offrire agli ascoltatori amanti delle sonorità crepuscolari, tuttavia mi è capitato di ascoltare cose migliori anche in questo genere di produzioni, a dire il vero.

 

Alberto Nucci

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