A distanza di 18 anni, i Kayak sono tornati a calcare le scene musicali nel 2000 con lo scialbo "Close to the Fire". "Night Vision" è il secondo album di questa reincarnazione che comprende, della line up originale, soltanto due membri fondatori: il tastierista Ton Scherpenzeel e il drummer Pim Koopman. L'album si apre in maniera maestosa con "Icarus", una canzona barocca e sontuosa che ci riempie di speranza ed aspettative, in piena vena pomp con ricche orchestrazioni, tastiere imponenti ed un'interpretazione vocale ricca di tensione emotiva. Purtroppo l'album non si mantiene su questi livelli: nella maggior parte dei casi abbiamo canzonette leggere, per lo più d'amore, in stile AOR alla Boston, ben eseguite ma comunque prive di inventiva. Tra le poche eccezioni va segnalata l'altra traccia che tocca gli otto minuti, "Tradition", la quale si contraddistingue per certi suoni alla Queen di "A Night at the Opera" e per una struttura più articolata. Si distacca un po' dal lotto anche "The Way of the World", non tanto per la sua bellezza ma per il suo stile alla "Supertramp" un po' fuori dal copione del gruppo. Sempre molto melensa e caramellosa "Carry On Boy", dal sapore un po' folk, si contraddistingue per un ottimo lavoro nella strutturazione dei cori e dei controcanti e potrebbe ricordare i Kansas (notevolmente annacquati) di "Leftoverture". Non mancano capacità, stile, abilità alla band ma queste qualità non sono sicuramente state sfruttate nel migliore dei modi. Le canzoni mancano infatti di potenza, di originalità e vitalità. Se il gruppo fosse riuscito a mantenere gli standard del brano di apertura avremmo forse potuto godere di un ottimo album pomp/sinfonico alla Aviary, ma purtroppo la realtà è diversa ed i Kayak non si sono dimostrati avventurosi come il loro moniker potrebbe falsamente far intuire. Magari potrebbero sempre cambiare il loro nome in "Briscola" o "Tressette", sport che meglio possono caratterizzare la loro attitudine!