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KAYO DOT Dowsing anemone with copper tongue Robotic Empire 2006 USA

Nati dalle ceneri dei Maudlin of the Well, formazione americana autrice di una manciata di album dai tratti schizofrenici e sperimentali, i Kayo Dot sono stati lanciati da quel vecchio volpone di John Zorn attraverso la sua Tzadik con l'uscita del brillante esordio "Choirs of the Eye" ed il successivo inevitabile quanto meritato plauso della critica specializzata. L'autore dei Kayo Dot è Toby Driver, chitarrista-cantante nonchè personaggio intellettuale dotato di grande personalità e naturalmente poco incline ai compromessi commerciali. Questo secondo disco dei Kayo Dot è un'ulteriore evoluzione dal precedente "Choirs of the Eye" e rivela un approccio più dinamico ed aggressivo negli arrangiamenti dei brani, del resto la musica dei Kayo Dot rispecchia le tendenze post-ambient rock americane degli ultimi dieci anni in un modo del tutto particolare, in cui le esperienze dark-metal sperimentali dei Maudlin of the Well si fondono a gestualità e metodi più vicini alla musica da camera e d'avanguardia classica. Una line-up composta da otto elementi rappresenta una garanzia di spessore strumentale d'ampio respiro nelle composizioni, in cui si inseriscono soventemente in maniera raffinata elementi strumentali come la tromba, violoncello, violino ed un flicorno. La chitarra di Toby Driver fa la sua splendida parte alternando parti rarefatte ed ipnotiche a momenti di una certa irruenza sonora, sempre secondo un'ottica di ricerca tesa a creare ambienti sonori estremamente inquietanti. Per forza di cose vicini ai Godspeed You Black Emperor, Iceburn Collective, Neurosis e Tribes of Neurot, i Kayo Dot sono riusciti a creare uno stile personale in cui le atmosfere dei cinque lunghi brani di "Dowsing" Anemone With Copper Tongue vengono dilatate all'inverosimile in un crescendo di intensità quasi delirante, talvolta quasi barocco nella ricchezza di sfumature e dettagli, un chiaro-scuro continuo di colori che tende al rosso più profondo e scuro. Le liriche dei brani fanno di "Dowsing Anemone With Copper Tongue" quasi una sorta di poema gotico-ermetico di inizio millennio, un poema cantato ora con toni dimessi ed intimi, ora con toni minacciosi e disperati. Nell'arco dei sessanta minuti, si passa dalle cadenze marziali apocalittiche quasi doom di "Gemini Becoming the Tripod" al feeling noir jazz di Aura on an Asylum Wall, caratterizzata da un bell'assolo di tromba, mentre in "Immortelle and Paper Caravelle"si evidenzia l'aspetto più elettronico, rarefatto e "romantico" dei Kayo Dot. In particolare, la lunga suite di diciassette minuti di "On Limpid Form" è qualcosa di assai arduo da descrivere, l'incedere avvolgente e corale delle vocals su un tappeto jazz-cameristico di opaca bellezza si tramuta in un incubo monolitico e claustrofobico composto da arpeggi dissonanti e scarni (ancora una volta si riescono a percepire certi retaggi doom dei Maudlin of the Well). Disco importante per capire dove sta procedendo l'avanguardia rock in questi ultimi anni, "Dowsing Anemone" è praticamente imperdibile per chi ancora crede che la musica sia la massima espressione dell'arte.

 

Giovanni Carta

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