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KHARMINA BURANNA Seres humanos Azafran Media 2012 PER

Una delle caratteristiche dei gruppi progressive dell’America latina (non l’unica intendiamoci…) è la grande facilità melodica che li contraddistingue. Da questo trademark non si discostano certo i peruviani Kharmina Buranna che con “Seres humanos” giungono al loro secondo lavoro in studio dopo il pregevole “El arte de seguir vivos” del 2008. Se però il debutto denotava ancora tracce del passato della band (tra cover hard rock e blues), questo secondo lavoro si muove su coordinate diverse dovute anche a qualche cambiamento della line-up. Ai tre “storici” Mauricio Hooker (basso-chitarra acustica), Daniel Lopez Gutierrez (tastiere) e Victor Muňoz (batteria), si sono infatti aggiunti Juan Carlos Casanova (chitarra elettrica e classica), Diego Sue (basso-chitarra 12 corde) e soprattutto la cantante Luciana Denteano a sostituire Angelo Perez Palma.
Dimentiche o quasi le istanze hard rock e ancor più quelle blues dell’esordio come dicevamo, ora la band si sposta verso sonorità più sinfoniche e, a tratti, anche new prog, con due soli brani (dei 6 presenti) allietati dalla bella voce della nuova vocalist.
Il protagonista assoluto del primo brano “Pasta mental” è Daniel Lopez Gutierrez le cui rigogliose tastiere scandiscono tutti i passaggi più emozionanti. La title-track è il primo dei brani cantati. L’introduzione acustica in cui si inserisce la delicata voce della Denteano è veramente splendida, così come molto incisivo è il “solo” di chitarra posto a metà del brano. Non fosse per la voce femminile parrebbe di trovarci di fronte ad un brano della prima PFM…
Ancora dei delicati arpeggi di chitarra classica danno “il la” alla breve “Sublime muerte” la cui parte elettrica ricorda ancora la Premiata.
Il proscenio di “10:27” è dapprima tutto del piano di Gutierrez, in un lento crescendo che porta ad un’esplosione strumentale con influenze hard. Ma è un soffio…. le tastiere riprendono il sopravvento, la chitarra si fa più romantica, basso e batteria sempre incalzanti.
“Odisea” conferma lo stato di grazia del gruppo che sa creare articolate partiture senza per questo tralasciare una sottile, ma sempre presente, vena melodica.
La pièce de resistance “ Lenguas de Trapo”, che sfiora i 17 minuti, va a chiudere l’album.
I primi due minuti sono quasi esclusivamente “disegnati” dal basso. Poi l’atmosfera si surriscalda con un velocissimo “solo” di synth (anche qui c’è molta PFM) per poi acquietarsi nuovamente con la strumentazione acustica e la voce in evidenza. Una ulteriore frase di tastiere schiude le porte anche al resto della band per l’emozionante finale.
Un album molto convincente che conferma i ragazzi peruviani tra i migliori protagonisti della sempre attiva scena sudamericana e, dunque, se amate il prog sinfonico un opera , questa “Seres humanos” che merita senz’altro di essere presa in considerazione.



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Valentino Butti

Collegamenti ad altre recensioni

KHARMINA BURANNA El arte de seguir vivos 2008 

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