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KAOLL Sob os olhos de Eva Progshine Records 2017 BRA

Non si può certo dire che la band strumentale del chitarrista Bruno Moscatiello non si impegni sul piano della ricerca. Nato nel 2008 come un progetto praticamente solista dello stesso Moscatiello nella città di San Paolo, durante il medesimo anno veniva pubblicato “Kaoll 04”, un esordio molto psichedelico con alcuni spunti di world music. Dopo quattro anni, la collaborazione col celebre chitarrista brasiliano (nato però in Cina!) Larry Gordin faceva sì che venisse pubblicato “Self-hypnosis”, molto più fusion. Nel 2014 “Odd” suggellava a sua volta il sodalizio col flautista Yuri Garfunkel – già presente sul precedente –, con uno stile rockeggiante simile ai primi album dei peruviani Flor de Loto, fino ad arrivare all’album preso in esame, che stavolta vede la collaborazione concettuale col filosofo e scrittore Renato Shimmi. “Sotto gli occhi di Eva” (questa la traduzione dal portoghese), infatti, è una specie di colonna sonora dalla durata inferiore a venticinque minuti dello scritto omonimo, illustrato dalle immagini del grafico Zé Otávio. Lo stile si scosta dal lavoro immediatamente precedente e semmai consente dei paragoni con “Self-hypnosis”.
In un primo momento, il titolo dello scritto sarebbe dovuto essere “O exilio da Serpente”, a testimonianza che si tratta di un’opera complessiva in cui viene trattato principalmente il tema della ribellione all’interno delle religioni, partendo dal mito dell’espulsione dall’Eden fino a giorni nostri. Lirismo e oppressione divengono così quei tratti salienti che caratterizzano i racconti religiosi, metafore di ogni rivoluzione storica, la cui dinamica dialettica sembra indispensabile affinché si possa realizzare qualcosa di nuovo. La title-track è divisa in tre parti: la prima ricrea il mistero della Genesi, sfruttando un’atmosfera in stile Gong, compresa la tecnica del “glissando”; poi vi è un gioco di chitarra acustica e slide con cui si fa allusione alla seduzione di Eva nel Paradiso terrestre ad opera del Serpente, fino ad arrivare ad un ritmo severo che con la chitarra elettrica ne scandisce la cacciata finale. Un brano che termina proprio mentre sembrava che stesse cominciando e questa sarà una condizione frequente durante l’ascolto delle brevi tracce. Comunque la si voglia mettere, questo quarto lavoro suona solo a tratti come un album vero e proprio, nonostante una certa coesione nelle sonorità adottate. Vi è l’intenzione di commentare con i suoni gli accadimenti che rappresentano la rottura di dogmi, da intendere sia sotto forma religiosa che politica (due aspetti che paradossalmente coincidono di sovente), come avviene nel brano successivo che parla proprio dell’esilio del serpente. In un tema musicale in cui domina il flauto, Shimmi allude a quei filosofi ed intellettuali che sono stati costretti all’esilio perché in rotta con la dittatura, ben più che una semplice allusione alle varie vicissitudini sudamericane. Ma grazie all’esilio del fantomatico “serpente” è scaturito il primo passo verso la libertà intellettuale, quella rivoluzione copernicana nata con l’astronomia e con cui “Kopernik” ne narra l’evoluzione, concludendo con una presa di coscienza trionfale. “Julgamento e morte de Giordano Bruno” è l’immancabile tributo al filosofo nolano, con belle aperture di pianoforte ad opera di Fabio Leandro, che nel libro diventa spunto per la riflessione sulla violenza dell’Autorità. Il passaggio naturale è lo scontro di “A rua contra os reis”, in cui la strada – cioè il popolo – si scontra finalmente contro i sovrani vigenti. Chiude “Dharma em chamas”, che dopo una parte vivace confluisce verso un suono ritmico e impersonale, probabilmente mantrico.
Musica che si sarebbe dovuta sviluppare meglio, se si fosse trattato di un full-length convenzionale; qui si è però voluto mettere al centro dell’attenzione quello che vuole essere un metodo per diffondere determinati progetti culturali. Vista la mole dei temi su cui scrivere, sembra che il progetto sia nato nella maniera corretta. Adesso si attende anche la realizzazione anche sul piano visivo ed il discorso diventa a questo punto decisamente interessante.



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Michele Merenda

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