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LETHEAN |
Lethean |
Mellow |
2001 |
ITA |
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Una nuova speranza si affaccia nel panorama del rock progressivo italiano e giunge al debutto discografico. I Lethean esordiscono con l'album omonimo contenente 6 interessanti brani strumentali. La strumentazione è un po' inusuale, essendo la band composta da due chitarristi (Antonio Pincione e Riccardo Canini), un bassista (Andrea Vatteroni) e un batterista (Davide Gianola); mancano quindi le tastiere, ma vi assicuro che non se ne sente la mancanza, anche perché ci sono ospiti che danno il loro contributo con flauto, sax e violino. E' soprattutto quest'ultimo strumento, suonato da Martino Solvetti, che dà un ulteriore tocco di classe ed espressività alle composizioni del gruppo. Brani come "Subinconscio telefonico" e "Alchimista" sono caratterizzati da chitarre distorte, vagamente frippiane, e da un motore ritmico non particolarmente veloce, ma capace di repentine accelerazioni su cui si inseriscono gli altri strumenti. Più vicine allo space-rock, pur senza venir meno la matrice crimsoniana, "Lethe" e "Pensieri di paglia", mentre sono brani interamente acustici "Marmo di luna", dalle caratteristiche quasi etniche, e "Autunno" che va invece a concludere il cd con una malinconica combinazione di chitarre acustiche e violino. Speriamo che i Lethean mantengano le promesse che si intravedono in quest'album, che ha una durata abbastanza breve, ma che rappresenta una prova d'esordio valida e matura, in cui si rileva una personalità non indifferente.
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Peppe Di Spirito
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