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LANDS END |
Terra serranum |
Cyclops |
1995 |
USA |
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Dopo l'onesto esordio autoprodotto di "Pacific coast highway", i californiani LANDS END tentano di conquistarsi un posto al sole nello scenario progressive legandosi alla Cyclops/Griffin, etichetta che sta divenendo vero e proprio punto di riferimento per il panorama new-prog anglosassone. Il prog fluido e soffuso del primo album è stato in gran parte mantenuto anche con questo "Terra Serranum", disco con il quale la band dimostra comunque di avere idee più chiare circa il percorso musicale da seguire. Il quartetto americano imbocca quindi con sufficiente decisione la strada del new prog all'inglese, presentando una musica per lunghi tratti strumentale che ne presenta tutti gli ingredienti tipici: tappeti di tastiere, melodici assoli di chitarra, ritmiche un po' schematiche e via dicendo... la formula adottata tende comunque a proporre il genere in una chiave soffusa e rilassante, offrendoci, accanto ad alcune soluzioni più movimentate, ampi squarci di atmosfera ed intimismo che sono poi da considerarsi tra le migliori cose del CD (si vedano la title-track, "A castle, mother, nanny and a warm soft bed" e la suite "Neptune's last tear"). A livello di concezione musicale, si può così azzardare un riferimento ai Marillion di "Brave" ed ai Pink Floyd più rilassati, nonché ad un'altra band della scuderia Cyclops la cui filosofia a tratti si avvicina a quella dei LANDS END: i Vulgar Unicorn. Proposta nella media, senza picchi particolari ma nemmeno eccessive cadute di tono; parziale nota stonata la batteria, dalla conduzione talvolta un po' irritante. Da scoprire ascolto dopo ascolto.
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Riccardo Maranghi
Collegamenti
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