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LEVIATHAN |
Heartquake |
autoprod. |
1988 (Musea 1994) |
ITA |
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Il primo album del gruppo romano rappresentò uno dei primi segni della rinascita del Progressive nel nostro paese. Più specificatamente, rappresentò il primo tentativo da parte di un gruppo nostrano di proporre la musica che aveva come epigoni bands d'oltremanica come MARILLION, I.Q. e PENDRAGON. A suo tempo molte critiche piovvero sulle teste di Alex Brunori & soci, non tutte di carattere musicale, e riascoltare le vecchie tracce di "Heartquake" fa ritornare alla memoria molte vicende legate all'esistenza dei LEVIATHAN. Le crìtiche musicali imputavano al gruppo di proporre un sound freddo, senza emozioni e di proporre una serie di canzoni dalle ritmiche easy, pur a dispetto della lunghezza dei brani. Riascoltare a distanza di tempo quest'album mi fa invece rivalutare ciò che a suo tempo venne prodotto (anche se, già da allora, il disco non mi era certo dispiaciuto). Le produzioni LEVIATHAN, tutto sommato, erano piuttosto naif, frutto di un'infatuazione per il new Prog inglese e prive di riscontri immediati date da altre bands analoghe in Italia. Nell'occasione di questa ristampa, dopo 6 anni, e col senno di poi, possiamo affermare che non molti gruppi che si sono cimentati nello stesso genere nel nostro paese hanno saputo fare di meglio. Questo senza voler attribuire ai LEVIATHAN troppi meriti, se non quelli di precursori. Com'è d'uopo, all'edizione su CD è stato aggiunta una bonus-track, dal titolo "There's only watershade in the dream of up we quake!". I più attenti si saranno accorti che si tratta di un collage dei titoli delle originarie 7 canzoni, così come il pezzo in questione, che è stato registrato live in studio.
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Alberto Nucci
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