Questa sconosciuta band dell’Essex non raggiungerà sicuramente la notorietà grazie a questo debutto. L’album non ha alcun elemento di particolare interesse e segue stancamente i cliché del più scialbo new prog romantico. L’intento sarebbe quello di costruire canzoni melodiche e di facile presa, cosa che il gruppo sembra in effetti aver realizzato, ma senza creatività, seguendo schemi fin troppo elementari, senza guizzi di fantasia, utilizzando soprattutto come fondamenta modeste linee di chitarra elettro-acustiche. Anche il cantato, interpretato da Neville Dean (che si occupa anche di tastiere e chitarre) e dalla voce femminile ma poco convincente di Anni Meehan, non è granché e a fatica, assaliti dalla noia, si riesce ad arrivare ad ascoltare fino a fondo l’intero lavoro. Qua e là le sorti si risollevano, soprattutto riguardo alcuni momenti strumentali (mai comunque troppo sinfonici), come nella centrale traccia di sette minuti “It’s Your Turn to Fly”. Quanto c’è di buono in quest’album non riesce tuttavia a controbilanciare i difetti di un lavoro tutto sommato acerbo e scontato. Forse sono un po’ drastica, ma questo disco proprio non mi va giù.