|
LIZARD (POL) |
Psychopuls |
Metal Mind |
2004 |
POL |
|
Sette anni sono passati dall'acclamato esordio discografico e tutto questo tempo sembra aver messo una distanza incolmabile tra la musica eclettica ed elegante dell'esordio e questo acidissimo nuovo album. Una sola cosa non tramonterà per i Lizard: l'amore per i King Crimson che vengono ancor oggi idolatrati come massima Musa ispiratrice. "Psychopuls" è un album antipatico già a partire dalla noiosissima scelta di intitolare le canzoni con numeri progressivi e sigle. Non si può dire che i codici a barre abbiano un fascino poetico, ma forse questo modo di catalogare i propri brani vuole puntare l'accento sulla depersonalizzazione propria del mondo industriale. L'elemento di base è quello Crimsoniano, come appena detto, soprattutto riferito al periodo degli anni Ottanta, con contaminazioni industriali, suoni elettronici e campionati. Alle canzoni vere e proprie si alternano dei veri e propri intermezzi cacofonici che infastidiscono non poco. Il cantato in polacco rimane forse un po' troppo indigesto, non per la lingua in sé stessa, ma forse per il timbro aspro e agghiacciante, come le unghie che scorrono su una lavagna, di Damian che spesso, come se non bastasse, filtra la sua voce rendendola distorta e metallica. Forse la canzone più riuscita è quella di chiusura che comunque, nell'arco dei suoi 11 minuti, non può evitare di plagiare i Crimson: si può dire che l'album inizia col plagio più o meno totale di "Red" e finisce con quello di "Larks Tongues in Aspic". Lo faranno apposta o gli viene spontaneo? Qualunque sia la risposta il risultato non mi convince affatto.
|
Jessica Attene
Collegamenti
ad altre recensioni |
|