Avendone possibilità, si potrebbe scoprire chissà quanti di questi CD di gruppi sconosciuti, autoprodotti e senza una seria distribuzione, ma lo stesso validi dal punto musicale. I componenti dei LANDS END erano a Los Angeles per il PROGFEST e là mi è stata data l'occasione di conoscerli e di procurarmi questa loro produzione; non mi sono pentito di ciò. Non si tratta forse della nuova rivelazione del Prog mondiale, dei nuovi mostri; "Pacific coast highway" è però un album molto bello, dai toni delicati, dalle tinte pastello sfumate così come la copertina. Non presenta però solo ritmiche pacate e rilassate: i momenti up-tempo si alternano di continuo a pause più riflessive e ad altre più classicamente sinfoniche. Gli amici californiani hanno buone idee (forse troppe...) e le mettono in pratica con entusiasmo: il CD non richiede necessariamente un ascolto impegnato e pesante. La frase migliore che riesco a trovare è: ascoltare per credere. Più ascolto questo CD, più mi piace; al primo ascolto può apparire confusionario, ma è solo suonato con passione, e il gruppo inserisce le sue varie idee dove il cuore dice di farlo, senza troppi studi al tavolino. La lunga "Requiem of the sea" rimane per me il pezzo di punta, con un intermezzo fatto solo del rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia, attorniato da parti strumentali di sicuro livello, se non qualitativo a livello assoluto, di godibilità e raffinatezza.