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LADY LAKE Supercleandreammachine Musea 2005 NL

Il gruppo olandese proviene dal lontano 1973, anno in cui, dopo aver scelto il nome prendendolo dal secondo album degli Gnidrolog, il chitarrista Fred Rosenkamp raccolse attorno a sé un nucleo di musicisti. Dopo appena un anno di vita, questa incarnazione dei Lady Lake cessò di esistere e Rosenkamp, a distanza di 2 anni, riunì nuovamente sotto lo stesso vessillo una nuova line-up che comprendeva Eddy Bakker al basso, Leendert Kostanje alle tastiere e Joop van Leeuwen alla batteria. Con questa formazione realizzarono il loro (fino ad ora) unico album: "No Pictures" (ristampato dalla Musea, nel 1997, con una copertina diversa dall'originale). Dopo qualche reunion occasionale Fred Rosenkamp e Leendert Kostanje tornano e, assieme al batterista Jan Dubbe (che aveva partecipato a qualcuna delle reunion della band), realizzano un album nuovo di zecca a ben 28 anni di distanza dal debutto: una sorta di mega scintillante macchina dei sogni in grado di materializzare suggestioni sonore senza età. La copertina non è delle più belle ma racchiude una raccolta di canzoni finemente realizzate. Le sonorità sono legate in prima istanza ai Camel e ai Caravan più romantici e non molto, paradossalmente, al gruppo che ha ispirato il moniker. Stilisticamente si potrebbe dire benissimo che questo nuovo lavoro non si discosta molto dal precedente. I toni sono sempre pacati e rilassanti e le linee melodiche sono realizzate con gusto ed inventiva attraverso una miriade di piccole e continue variazioni. Direi che ogni musicista assolve il proprio ruolo creativo con gran classe e soprattutto è encomiabile il lavoro svolto con la chitarra che rappresenta il punto focale dell'insieme sonoro. Il bassista manca e questo mi fa sospettare che sia Kostanje con i suoi pedali a farne le veci, anche se non è specificato esplicitamente nel booklet. Poco importa, la sezione ritmica è presente ed efficace e Dubbe scorre veloce e felpato su piatti e pelli assecondando ogni minimo cambiamento di registro in maniera sciolta e rilassata. Questo album fa della melodia il suo punto di forza ma è sostenuto da capacità tecniche non ostentate in maniera esibizionistica. Volendo si potrebbe ascoltare e riascoltare all'infinito e l'invito della band sembrerebbe essere proprio quello, visto che le ultime note dell'album (quelle di "Children's Playground Revisited") sono anche le stesse che danno inizio alla bellissima suite di apertura.

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

LADY LAKE No pictures 1977 (Musea 1997) 
LADY LAKE Unearthed 2006 

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