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LINGALAD |
Il canto degli alberi |
autoprod. |
2006 |
ITA |
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Uno dei tesori nascosti del prog italiano? Non così nascosto, visto che stiamo parlando di una band attiva dal 2001, che ha realizzato tre cd e un DVD, ha suonato dal vivo in varie parti del mondo e il cui leader è stato invitato come ospite d’onore alla prima dell’ultimo capitolo della saga cinematografica “Il Signore degli Anelli”, ispirata al celebre romanzo di Tolkien. Ma andiamo con ordine… Nel 1999 il musicista bergamasco Giuseppe Festa autoproduce un cd contenente sue canzoni in cui mette in musica alcune poesie tratte dal “Signore degli Anelli”. Inaspettatamente, grazie alla diffusione della notizia via internet, il mondo dei tolkieniani è allertato e il disco ottiene un accoglienza calorosa, riscuotendo notevoli lodi persino da Priscilla Tolkien, figlia dello scrittore a cui Festa si è ispirato. Viene così formato un gruppo denominato Lingalad (“Canto degli alberi” in lingua elfica), per portare avanti questo progetto e i cd “In concerto” e “Lo spirito delle foglie” ricevono un bel po’ di attenzioni sui giornali italiani. Il DVD “I sentieri di Lingalad” segna poi il punto in cui il gruppo decide di proseguire non solo come cantore di Tolkien, ma cercando anche una strada personale propria. Ed è a questo punto che giunge il cd “Il canto degli alberi”, lavoro strumentale registrato nel 2003, ma che solo nel 2006 viene pubblicato. La musica in esso contenuta è dedicata “alla magica natura del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”. E in quaranta minuti i Lingalad riescono a trasmettere questa magia, per merito di una proposta strumentale dai toni pacati e fiabeschi, a partire dagli archi che contraddistinguono l’incipit “Forca d’acero”. Ogni brano (quattordici in tutto) è una piccola favola musicale che fa emergere spesso l’arte flautistica di Festa, che è però ben accompagnato dai suoi colleghi. “Il faggio millenario” è forse quello che meglio rappresenta i Lingalad, con queste atmosfere tranquille, flauto dolce in evidenza, suoni acustici in bilico tra musica classica, folk, new-age e prog. Altre tracce incantevoli sono “La grotta delle fate”, “Fior di sogno”, “La foresta di Valle Fredda” e “Navadrom”, ma un po’ tutto il cd si mantiene su livelli qualitativi eccelsi e non mostra mai segni di cedimento. Un bel libretto fotografico è la ciliegina sulla torta di un’opera bellissima. Vi va di scoprire la ricchezza donata dalle meraviglie della natura unite alla fantasia della musica, seguendo i sentieri tracciati dai Lingalad?
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Peppe di Spirito
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