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LANDS END |
An older land |
Cyclops |
1996 |
USA |
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Portatori di una formula musicale ormai consolidata, fatta di un progressive dalle tinte pacate e dall'incedere lineare, i californiani LANDS END raggiungono con questo "An older land" l'invidiabile traguardo del terzo disco. L'album è in realtà formato per larga parte da composizioni concepite qualche anno fa (cui si aggiunge qualche momento di improvvisazione); ragion per cui gli scostamenti dalla vecchia via sono quasi inavvertibili: i LE si sono limitati a cogliere l'occasione per affinare il loro stile, eliminando alcune storture presenti nel precedente "Terra Serranum", ma d'altra parte replicandone altre (alcune prolissità di troppo, parti vocali anonime) che rimangono in attesa di soluzione. Certo non si può dire che si siano sforzati di proporre qualcosa di nuovo. A parere di chi scrive, sarebbe invece l'ora che i LE osassero di più, abbandonando la sicurezza del loro bozzolo di new-prog floydiano, certamente caldo e confortante ma che rischia di divenire una gabbia troppo stretta in cui rinchiudersi, per spingersi più in là, alla ricerca di nuovi orizzonti per il proprio sound. Visto lo spirito del progetto, che vuole soprattutto evitare che le vecchie composizioni spariscano senza lasciare traccia, prendiamo comunque "An older land" per quello che realmente è: un gradevole momento di transizione in attesa del vero banco di prova a cui il gruppo si sottoporrà con il prossimo album "Natural selection", già in dirittura d'arrivo. Sarà in quell'occasione che capiremo il reale valore dei LANDS END.
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Riccardo Maranghi
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