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LAPERA |
L’acqua purificatrice |
Durium |
1974 (2015 AMS) |
ITA |
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A dispetto di una copertina davvero brutta, che finisce sempre con l’essere citata quando si fanno classifiche tra le cover peggiori di sempre, l’unico disco dei Lapera meritava assolutamente di essere riscoperto. I fratelli Alberto e Gianni Tirelli, infatti, nel 1974 sfornano un lavoro di buonissima qualità, ma che prima di questa ristampa sembrava inesorabilmente finito nel dimenticatoio. “L’acqua purificatrice” è incentrato su delicate intelaiature melodiche di pianoforte e su rifiniture orchestrali di grande classe (arrangiamenti e direzione sono a cura di Pinuccio Pirazzoli), che donano grande forza ad una musica a volte legata al mondo classico, altre volte più vicina a soluzioni adottate all’epoca da gruppi come Delirium e New Trolls o nelle colonne sonore dei vari Morricone, Ortolani, ecc. In alcuni frangenti l’assenza di una sezione ritmica dona forte risalto alla componente sinfonica e l’orchestra gioca un ruolo preponderante (già con l’opener “Il mattino del giorno dopo”), ma nel complesso l’album nella sua interezza offre continuamente spunti di notevole attrattiva, anche quando viene orientato verso il funky (esemplare la breve “Commento”), o quando si addentra in un pop-rock raffinato che deve sicuramente qualcosa a Lucio Battisti. Si denota una grande bellezza sia nelle parti vocali (a volte anche recitate) che in quelle strumentali e, anche se nel 1974 le influenze di un gruppo che si apre al progressive possono essere già molteplici (e sono evidenti anche in questa occasione), i Lapera riescono a farle convergere verso una direzione personale che mostra continuamente spunti brillanti e una felice ispirazione. Le tematiche ambientaliste e di denuncia sociale che caratterizzano i testi rappresentano un ulteriore punto di forza dell’opera dei Tirelli. Riascoltare questo lavoro oggi significa fare una prima immersione nei suoni, nelle atmosfere e nel calore dei primi anni ’70, con quell’effetto oggi denominato “vintage” che ha sempre il suo fascino. Sia ben chiaro, non stiamo parlando di un capolavoro paragonabile ai vari “Darwin!”, “Per un amico”, “Ys” o “Palepoli”, ma nemmeno di uno di quei dischi che fa pensare che si stia raschiando il fondo del barile con le ristampe. Accogliamo, per tanto, con estremo piacere la riedizione di “L’acqua purificatrice” curata dalla AMS Records, che rende finalmente giustizia ad un album finora noto più che altro per una copertina che di certo non attira minimamente, ma i cui contenuti musicali sono di assoluta validità.
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Peppe Di Spirito
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