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JULIUS PAOLO LAZZERI Gothic power Black Widow 2015 ITA

C’è forse stato qualche cedimento nei Three Monks che ha portato “Julius” Lazzeri al suo secondo lavoro come solista? Nell’ultimo album dei Three Monks in effetti il trio è di fatto un duo costituito da Lazzeri ed il veterano bassista fusion e produttore Maurizio Bozzi; il Paolo Lazzeri solistasi è assunto virtualmente l’onore e l’onere di principale rappresentante del (prog) rock gotico anche al di fuori dei confini italiani, la sua musica in effetti è abbastanza singolare da essere considerata unica…Però non si può dire che in “Gothic Power” siano stati fatti grandi passi in avanti rispetto ai Three Monks, la sostanza rimane sempre la stessa, un monolitico esercizio di stile in cui l’organo, affiancato sporadicamente da synth e clavicembalo, ricopre il ruolo principale… Le considerazioni che sono state fatte in passato si potrebbero replicare anche per questo nuovo disco solista di Lazzeri, con la differenza sostanziale che la resa sonora dell’organo è forse ancora più risonante e realistica: si ha l’impressione veramente di ascoltare Lazzeri seduti con reverenza nell’angolo buio di una fredda cattedrale, anche la batteria viene sovrastata dalla maestosità dell’organo ed in questo forse perde un pochino in efficacia, le “epic drums” a doppia cassa quasi perpetua inoltre sono state suonate da Lazzeri forse con troppa leggerezza, probabilmente l’introduzione di un vero batterista avrebbe giovato… L’impatto maestoso di “Gothic Power” è innegabile anche se è altrettanto innegabile come la musica prenda spesso la forma di una massa sonora caotica in cui non è facile districarsi, l’approccio bombastico e tetro di Lazzeri è paragonabile ad un Rick Wakeman o Pär Lindh che cercano di coverizzare Antonius Rex o Jacula, con profusione di citazioni delle esecuzioni di Keith Emerson periodo “The Three Fates” e “Pictures At An Exhibition”; ovviamente non mancano i riferimenti colticome le dediche più dirette al progressive rock classico, infatti c’è pure una discreta cover della “Theme One “ dei VDGG, ma l’assenza delle rifiniture al basso dell’amico Bozzi rende l’ascolto ancora più pesante ed estremo, inoltre la volontà di essere gotici ed oscuri a tutti i costi rischia di far apparireil tutto un po’ stucchevole, ma in fondo da un disco della Black Widow non possiamo neanche pretendere, fortunatamente, che venga suonata della giuliva musica per la messa della domenica. In “Gothic Power” ci sono intuizioni di rilievo e sprazzi di genialità più o meno consapevoli ma credoche Lazzeri dovrebbe misurare meglio le proprie composizioni per renderle più creative, al di là delle vorticose spirali virtuosistiche peraltro già ampiamente collaudate, quindi, almeno per quanto mi riguarda, allentare i muscoli, il potere gotico, e favorire le parti più d’atmosfera…



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Giovanni Carta

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