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LATERAL BLAST |
La luna nel pozzo |
autoprod./(R)esisto |
2016 |
ITA |
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"La luna nel pozzo" è l'album di un gruppo italiano che fa un progressive rock molto italiano, cantato in italiano, con un senso per la melodia tipicamente italiano e chiari riferimenti ad un passato musicale ovviamente italiano. Per buona parte le cose stanno così, a partire dalla breve introduzione con la voce recitata e poi nella successiva "L'ululato", nella quale l'intento dei Lateral Blast sembra chiaro: proporre un progressive basato sulla melodia condito da begli arrangiamenti, poco invadenti e ideati per non sopraffare la struttura delle composizioni. Il brano è un perfetto esempio di musica creata per emozionare, sia nella prima parte cantata ricca di enfasi romantica, sia nella suggestiva coda strumentale guidata dal pianoforte. Ad alternarsi nel disco ci sono due voci soliste, una maschile e una femminile, entrambe belle ed espressive. Dopo quella di Leonardo Angelucci (principale autore dei brani), è Rosa Zumpano a cantare in "Come nuvole", brano struggente in cui il flauto (suonato in tutto il disco dalla stessa Zumpano) disegna melodie in maniera egregia, con una parte centrale che sembra un omaggio a "The dark side of the moon" e una conclusiva che sembra fare il verso alla Locanda delle fate. "Troubadour" vede nuovamente alla voce Leonardo Angelucci, iniziando ancora una volta in maniera pacata e melodica per poi incattivirsi e dare il via ad una virata verso uno stile più nervoso. Nelle tracce seguenti il rock prende spesso il sopravvento e in generale aumenta la varietà. La breve "Le urla dei bambini" in certi momenti devia verso l'hard rock, in altri abbonda di atmosfere orientaleggianti, "Io voglio volare" è una sorta di epica cavalcata di progressive cantautoriale guidata dalla chitarra elettrica. Nei brani successivi il gruppo si sforza di mantenere alto il livello complicando la struttura delle composizioni e aggiungendo varietà ma il risultato è leggermente più manieristico e meno appassionante. Tra le altre cose, ci sono alcuni momenti elettronici, altri più folk (in "Hellesylt"), c'è una mini suite di quasi dieci minuti con alcune belle parti e altre parti un po' forzate e c'è una conclusione che tenta di recuperare la componente melodica dei brani iniziali. "La luna nel pozzo" è senza dubbio un disco meritevole ma la sensazione che mi hanno lasciato le tracce iniziali è stata un po' diversa rispetto alle successive. Le prime sono molto belle e ben calibrate, sicuramente dalla struttura più semplice ma per questo più concrete. In seguito il disco si trasforma mantenendo in parecchi punti un approccio melodico, accompagnato però ad una costruzione più complessa che ho trovato a tratti ripetitiva e meno interessante. Personalmente, credo che se i Lateral Blast avessero insistito sullo stile di "L'ululato" e "Come nuvole" la scelta sarebbe stata totalmente vincente. Si è deciso invece di privilegiare un discorso musicale troppo "progressivo", a scapito della spontaneità. A parecchi la scelta, sicuramente voluta e destinata ad abbracciare un pubblico più ampio, piacerà e in fondo è giusto così. L'album è valido e merita attenzione, fosse solo per i riusciti riferimenti ai gruppi italiani storici, per la ricerca esasperata della melodia e per le ottime parti strumentali.
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Nicola Sulas
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