Home
 
A LIFELONG JOURNEY A lifelong journey autoprod. 2019 ITA

A Lifelong Journey è il nome di un progetto che vede coinvolti due giovani musicisti lombardi che, dopo alcune esperienze musicali (con Beggar’s Farm e la Giorgio “Fico” Piazza Band, principalmente) decidono di unirsi per dar vita a un album concept il cui nome solo in seguito viene adottato anche come denominazione del progetto stesso. I due musicisti sono Mauro Mugiati (voce, tastiere, basso e chitarra acustica) e Brian Belloni (chitarre e batteria) e l’album viene registrato professionalmente nel 2018 negli studi Elfo di Piacenza.
Benché sia composto da 13 titoli, l’album è idealmente diviso in parte 1 e 2, snodandosi in tal senso senza soluzione di continuità per 50 minuti in un viaggio lungo una vita, narrando di disillusioni, sogni, speranze, ombre e realtà. La musica si articola all’interno di Progressive rock sinfonico con riferimenti classici a Genesis, Pink Floyd o Camel ma a anche Spock’s Beard, Steven Wilson e, volendo, molti altri; i riferimenti sono certamente riconoscibili a livello di ispirazione ma questi mai incatenano veramente la musica all’interno di cliché prestabiliti, nonostante il largo utilizzo di Hammond, Mellotron e Moog. In effetti l’album, per sua stessa natura, si presenta piuttosto ondivago in quanto agli umori e alle situazioni musicali che via via attraversiamo.
La narrazione musicale in effetti procede piuttosto spedita e consequenziale, con precisi e non troppo invadenti interventi vocali che non incantano in quanto ad incisività e timbrica ma che non rappresentano comunque un punto a detrimento del risultato d’insieme. Sono infatti le atmosfere i punti di forza dell’album, i begli intrecci e le alternanze dei riff di chitarra, talvolta anche abbastanza aggressivi, con le fughe di Moog, i panorami sonori dipinti dal Mellotron ed i ruggiti dell’organo. Nell’alternarsi delle situazioni musicali non mancano inoltre preziose divagazioni più jazzate.
A livello generale la prima parte dell’album si presenta più delicata e riflessiva, quasi introduttoria, mentre la seconda, che inizia all’altezza della traccia n. 7 (“Reflections from the Window”) presenta parti dalle sonorità più trascinanti e hard, pur sempre in un contesto melodico e Prog sinfonico. Veramente deliziosa la melodica e malinconica “The Shadow”, che contrasta decisamente con l’avvio rabbioso di “Illusion” che la segue da presso, ma sarebbe inutile citare altri titoli in quanto l’opera ha un suo senso proprio nello scorrere delle varie e diverse situazioni ed umori che si susseguono.
Si tratta di un album inaspettato ma a tratti incantevole, divertente e che non può passare con indifferenza di fronte agli appassionati del genere. Soprattutto si tratta di un album ben realizzato, malgrado il carattere di autoproduzione, che riesce a mettere efficacemente quindi in pratica e in musica gli intenti dei due ideatori del progetto.



Bookmark and Share

 

Alberto Nucci

Italian
English