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LANDS END |
Drainage |
Cyclops |
1998 |
USA |
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Io non conoscevo i Lands End prima di ascoltare questo cd, ma devo dire che mi sono sempre perso qualcosa. Le atmosfere messe in piedi dal gruppo in questo live sono davvero incredibili: il suono è una miscela quasi perfetta delle song dei vecchi Pink Floyd e degli EL&P, visto che ai tempi in 4/4 scanditi solo dal tintinnare pacato della bacchetta sul ride (stile puramente masoniano) si affiancano lunghe fughe di tastiera dal suono che fa il verso in tutti i modi al moog, coi suoi suoni pastosi e così sinfonici nel riempire il vuoto creato dagli altri strumenti. Il quasi da me posto poche righe fa si riferisce alla voce del gruppo che, se dal canto suo non è proprio nelle condizioni migliori, poteva senz'altro essere registrata meglio. Il disco (quasi tutto registrato durante un concerto a Mexicali) si articola in vari brani di lunghezze ben diverse; si va infatti dagli 1:32 minuti di "Sheperd of the Deep" alla suite (peraltro visionaria e molto rarefatta in alcuni punti) di 17 minuti, per una durata totale di 70 minuti. In realtà la musica, alquanto statica in certi passaggi, potrebbe alla lunga stancare... ma a me ha dato un senso di pace e di rilassatezza. Niente di urlato ma una melodia tranquilla e reitaretiva che può fungere sia da colonna sonora ai vostri esercizi di yoga (è un po' l'effetto che mi fanno alcuni pezzi dei Porcupine Tree) sia ai vostri voli lisergici alla ricerca di nuovi mondi immaginari. Buon viaggio.
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Marco Lastri
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