|
MEMORIA ZERO |
Free sdraio |
Lizard |
2002 |
ITA |
|
Quanto c'è bisogno di dischi del genere! L'esordio dei romani Memoria Zero sorprende per una ricchezza compositiva impressionante e per l'eccezionale fantasia attraverso 25 brani sconvolgenti ed una ghost-track che raggiungono un totale di 73 minuti di grande musica. Il progressive di questa band è del tutto singolare, visto che riescono ad incanalare verso uno stile eccentrico ingredienti di jazz-rock e R.I.O., ma anche di pop lunatico, contaminazioni in stile Area, sperimentazione, elementi schizoidi frippiani ed un pizzico di romanticismo di tanto in tanto. L'ironia con cui è proposto il tutto (ascoltare attentamente anche i testi curiosissimi e ricchi di nonsense) può inoltre riportare alla mente il grande Zappa, richiamato anche per certe soluzioni percussive. Il paragone, spesso evidenziato, con gli Henry Cow è tutt'altro che irriverente, ma, nonostante qualche indiscutibile punto di contatto, i Memoria Zero riescono a distaccarsi anche dal gruppo di Frith & co. In quest'album vi sono brani brevissimi e folgoranti che nella loro concisione riescono comunque a regalare emozioni anche quando non viene nemmeno raggiunto il minuto di durata, ma non si fanno attendere composizioni più articolate in cui la band mantiene comunque invariato il suo spirito di ricerca tutto particolare. Sei i musicisti impegnati, numerosi gli strumenti utilizzati: oltre chitarra, basso e batteria, troviamo infatti vari strumenti a fiato e suoni di ogni tipo creati sia col supporto della tecnologia, sia, così si legge nelle note, da giocattoli, effetti e cetacei (!). Il disco è principalmente strumentale, ma non si fanno attendere episodi cantati (doppia voce, maschile e femminile), anche con buffi dialoghi. Un lavoro di questo tipo non può che far bene ad un panorama troppo spesso inflazionato da gruppi che si rifanno a stereotipi ormai fin troppo sfruttati ed utilizzati. Le sorprese in "Free sdraio" sono continue, la costruzione musicale estremamente ingegnosa ed eccentrica, ma mai eccessivamente cervellotica da rendere difficile l'ascolto. Anzi, nonostante la lunga durata, questo cd scorre via che è un piacere e spingere il tasto play appena terminato è una tentazione troppo forte per tenerla a freno!
|
Peppe Di Spirito
|