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EDUARDO MORENO |
El ultimo hombre |
Big Band |
1995 |
SPA |
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Questo giovane musicista ha già lanciato sul mercato discografico nel 1991 un album intitolato "Musica para cine imaginario" per la label Ghetto Vox Communicacion, occupandosi in esso di tastiere, chitarre, basso e batteria, mentre Pablo Frances suonava il piano su un brano. Era un album strumentale con marcate tendenze elettroniche e progressive, risultando un omaggio a Franz Kafka. Influenze...? Mike Oldfield, Pink Floyd, Jan Akkerman, Peter Gabriel... New age... "Musica para..." era una miscela di rock progressivo e musica elettronica. Ora, 5 anni più tardi, E. Moreno ci presenta un nuovo lavoro molto più elaborato e più centrato sul progressivo, nonché più concettuale, con pezzi composti nel 1988 come "En las filas de la locura", con il cantato di Pedro Barrientos. La registrazione dell'album si è protratta dal 1991 fino ad oggi... Ci sono brani come "El espiritu de la naturaleza", diviso in 5 partì ove è presente una chitarra elettrica che rompe le forme e che, sul finale del pezzo, piange, come lo faceva in mano a Steve Hackett su "A trick of the tail", e passaggi più d'atmosfera alla "Dans le parc du chateau noir" degli IQ. Brani con un cantato come "En las filas de la locura", con una pressione ambientale angosciante come le "Metamorfosis" di Kafka. Le tastiere celestiali e gli arpeggi della chitarra su "La tierra dormida" o il breve interludio di piano ad opera di Dario Moreno in "Utopia de un hombre cansado" o ancora il magistrale "El ultimo hombre", diviso in tre parti con una battaglia tra chitarra elettrica ed organo impressionante. In riassunto: 72 minuti di autentica delizia; raccomandato.
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Antonio José Barroso Rivera
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