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MELBOURNE |
Night star |
Mystic Records |
2002 |
UK |
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Questo trio inglese, votato ad un bel pop moderno, vede tra le sue fila dei personaggi in qualche modo legati al mondo del progressive. Innanzitutto c'è la star indiscussa di quest'album, Carrie Melbourne, che qualche hanno fa accompagnò Mike Oldfield nel tour del terzo "Tubular Bells" suonando il basso e lo stick. Il tastierista Doug Melbourne (non so se ci sia parentela) è invece noto nell'ambiente del prog per essere uno dei membri dei ReGenesis, una delle più famose cover band dei Genesis, con all'attivo anche tre cd. Con il progetto Melbourne, questi due musicisti, coadiuvati dal batterista-percussionista Jamie Fisher, si cimentano in un pop elettronico dalle mille sfaccettature. Ma non c'è da storcere il naso alla parola pop: i 56 minuti di questo cd presentano non pochi spunti degni di nota, per via della costante esplorazione sonora ricercata dal gruppo, soprattutto grazie alle immense risorse offerte dallo stick e dalle tastiere. Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'impianto ritmico, visto che si alternano percussioni sia elettroniche che acustiche. Ma dicevamo che a brillare è soprattutto la bassista; in effetti, se la prima cosa che colpisce della Melbourne è il suo notevole fascino, questa musicista mostra comunque di essere molto preparata, non solo esibendosi con grande abilità al basso e allo stick, ma anche sfoggiando doti canore apprezzabili (non che siamo in presenza di una nuova Haslam, ma le capacità di incantare anche con la voce ci sono), con intensi vocalizzi oppure con il canto soffuso che permea le atmosfere leggermente oscure di "Water in the well", sorta di pop lunatico non dissimile ad altri episodi. Uno dei migliori saggi della sua versatilità si può avvertire in "Love remains", forse il punto più alto dell'album, che presenta un ritornello sereno e grazioso, ma anche due ottimi momenti strumentali: nel primo Doug ci offre un assolo alla Banks, nel secondo è Carrie a sorprendere, esibendosi splendidamente alla sei corde con un guitar-solo molto intenso. E che quest'ultima sia davvero una musicista di talento sta a dimostrarlo anche "Christmas is gone now" in cui l'ottima prova al piano e alla voce, con l'accompagnamento di un violoncellista, offre un momento di rara dolcezza e profondità, che può ricordare la migliore Tori Amos. In altre occasioni, inoltre, non siamo distanti dal trip-hop, retaggio dell'esperienza che Carrie ha avuto con i Tricky. In sostanza, "Night star" è un cd ben suonato e molto interessante, nonché abbastanza variegato, che penso possa piacere a molti, vista la sua accessibilità e, allo stesso tempo, i suoi discreti contenuti musicali. E' chiaro che chi è dedito solo ed esclusivamente al progressive più classico o a musica particolarmente complessa si deve comunque avvicinare ad un simile album con la giusta mentalità aperta.
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Peppe Di Spirito
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