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MACHIAVEL |
Jester |
EMI |
1977 (EMI 1993) |
BEL |
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I MACHIAVEL sono sicuramente il gruppo più importante che il Belgio abbia prodotto in campo progressivo, e probabilmente anche il migliore per tutti coloro che amano il rock di stampo romantico. Questo articolo ha lo scopo di dare notizia dell'uscita delle ristampe CD dei primi 3 lavori (se non sbaglio siamo fermi a questo punto), editi originariamente negli anni dal 1976 al 1978. Il motivo per cui la recensione è limitata a "Jester", il secondo in ordine cronologico, è dettato da ragioni squisitamente personali, visto che dovendo scegliere di parlare di uno dei tre mi sono indirizzato verso quello che preferisco. Sicuramente ci sarà chi vi dirà che "Mechanical moonbeams" (1978) è in realtà il migliore, e sinceramente non possiedo valide ragioni per ribattere tale affermazione. Ritengo comunque che questo "Jester" non presenti le cadute di tono evidenziate dal su citato lavoro, pur risultando più semplice e pacato. Lo stile dei MACHIAVEL può essere collocato tranquillamente nel filone del prog romantico dei seventies, contenendo non pochi riferimenti a YES (in particolare per i cantati che si muovono spesso sui toni alti) e GENESIS (per la limpidezza delle melodie). Il tutto è però proposto in una chiave assai personale, tanto che nel marasma di edizioni e riedizioni che troviamo oggi in circolazione la musica del gruppo risulta sempre ben riconoscibile. Essendo un gruppo belga, anche nei MACHIAVEL affiora spesso la tendenza ad alleggerire il peso delle composizioni tipica delle produzioni di tale paese, ma ciò in questo caso non disturba più di tanto, visto che anche quando si concede spazio alla commercialità il risultato è tutto sommato gradevole. Da ascoltare "Wisdom", "Moments" e "Rock sea and tree", mentre da dimenticare sono le due bonus tracks inedite (per un totale di ben 4 minuti... attenti a non stancarvi...). Come dicevo in partenza, chi apprezzerà questo "Jester" potrà poi tranquillamente indirizzarsi verso "Mechanical moonbeams", assai simile nello stile sebbene un po' più movimentata, del CD omonimo (1976) si può tare tranquillamente a meno, visto che vale si e no la metà degli altri. Una serie di riedizioni (tra l'altro curate dalla EMI olandese) da accogliere con soddisfazione soprattutto perché ultimamente i dischi dei MACHIAVEL (in passato abbastanza economici) avevano cominciato a salire di prezzo. Osé, a dir poco, la copertina...
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Riccardo Maranghi
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