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MAD PUPPET |
Masque |
autoprod. |
1982 (WMMS 1993) |
ITA |
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Onore e gloria a Peter Wustmann, patron della WMMS, per la riscoperta di questo album uscito nel 1982 in tiratura confidenziale e portato ora agli onori del digitale ed all'attenzione degli appassionati. Il gruppo è della provincia di Bolzano ed è tuttora esistente; alcuni dei suoi componenti dettero tra l'altro vita ad un altro gruppo denominato Statale 17, il quale nel 1978 sfornò un discreto mini-LP in coabitazione (due gruppi, una facciata ciascuno), interamente strumentale.
Venendo specificatamente a questo "Masque", si tratta di un lavoro ottimamente concepito ed interpretato dai sud-tirolesi, dallo stile piuttosto personale. Difficile affermare che la musica dei Mad Puppet assomiglia a quella di quel gruppo, anziché di quell'altro, anche se ovviamente non hanno inventato nulla; come al solito, spetta però a me cercare di descrivervi ciò cui andreste incontro decidendo l'acquisto (consigliatissimo) di "Masque". Si potrebbe parlare della musica qui proposta come un ottimo mix di Van Der Graaf, soprattutto, per la teatralità ed il tono drammatico di certe situazioni ("The mask of the Red Death", basata su un racconto di E. A. Poe), certe sonorità alla Doors ed una discreta influenza, parimenti suddivisa, di Prog tedesco ed italiano (ma i testi sono in inglese). La già accennata "The mask…" costituisce senz'altro l'episodio centrale dell'album: flauto e tastiere medievaleggianti si rincorrono dandosi il cambio nell'ornare un cantato quasi sempre… recitato e pregno di teatralità. I concerti di questo gruppo dovevano essere (e forse sono) uno spettacolo in tal senso, come si può intuire dalle foto accluse al libretto. Altri pezzi di punta dell'album sono l'iniziale "Wild rushing waters", dal testo fortemente religioso, e la mini-suite, divisa in due parti, "Icarus", dalla struttura simile a "The mask..." col suo rincorrersi tra flauto, tastiere e chitarra acustica, ma molto meno drammatica nelle intonazioni, predominando qui un tono epico che ben si adatta alla storia raccontata. Ritengo di poter dire che ben pochi rimpiangeranno l'acquisto di questo bel disco.
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Alberto Nucci
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