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METAMORFOSI Paradiso Progressivamente 2004 ITA

Sembrava diventata l'araba fenice del Prog italiano questa nuova prova della storica band. Annunciato già da alcuni anni, dato per imminente ad ogni chiaro di luna, già suonato e risuonato dal vivo, finalmente vede la luce il "Paradiso", sequel ideale dell'Inferno, cui ovviamente seguirà, chissà quando, il Purgatorio. Al primo ascolto sono due le differenze principali avvertibili nei confronti del predecessore: innanzi tutto l'unitarietà dell'album, che si differenzia dalla spezzettatura di "Inferno"; "Paradiso", pur diviso in 14 tracce, sembra un'unica suite, anche se divisa in varie situazioni emotive e musicali. In secondo luogo, l'utilizzo di un linguaggio un po' più elevato, meno rabbioso e diretto; un po' come accade nell'opera originale dell'Alighieri, come sappiamo. Musicalmente siamo ancora lì: non è una sorpresa per chi ha avuto modo di gustarsi l'opera in anteprima dal vivo, ma la musica è Progressive anni '70 senza compromessi, ancora un po' kitsch nei testi e in certe situazioni musicali, eccessivo talvolta ma godibile ed apprezzabile forse proprio per questo. Non mancano momenti più delicati ed aulici, ovviamente, così come, tutto sommato, non mancano slanci rabbiosi, in un alternarsi di situazioni e sensazioni che, se non ci fanno preferire "Paradiso" ad "Inferno", pur tuttavia non ce lo fanno rimpiangere. Non amo molto alcuni suoni di tastiera; specialmente nei momenti più aulici vengono creati dei suoni spaziali che forse si adattano alle tematiche trattate ma che sanno un po' di artificiale. E' un peccato che non vengano usato tastiere analogiche, cosa che per un disco del genere avrebbe rappresentato un valore in più. Direi che ad ogni modo si tratta di un album che senza dubbio segna la rentrée alla grande di uno dei gruppi storici dell'italico Prog dei '70s. Non ho detto nulla dei musicisti e rimedio subito: assieme al nocciolo storico formato dal duo Spitaleri (la cui voce pare migliorata con gli anni, a dire il vero) e Olivieri ci sono adesso Leonardo Gallucci alle chitarre e Fabio Moresco alla batteria. A tutti quanti va un grazie per un album molto bello che ci fa godere di ottimo Prog sinfonico, che oggigiorno non è cosa che avvenga tutti i giorni.

 

Alberto Nucci

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