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MARY NEWSLETTER |
L'attenzione debole |
Mellow |
2004 |
ITA |
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I Mary Newsletter non li scopriamo certo oggi, visto che hanno già realizzato alcuni album che sono stati molto apprezzati, soprattutto dalla critica, ma il nuovo parto di questa band mostra non solo i segnali di una piena maturità ormai raggiunta, ma si assesta anche su livelli qualitativi eccellenti. Indicati spesso - ed in maniera un po' restrittiva - come gruppo psichedelico, i Mary Newsletter riescono nuovamente a prodursi in un notevole lavoro di contaminazione che porta a galla l'unione di vari generi ed influenze con una personalità unica e, ormai, indiscutibile, ulteriormente rimarcata da una registrazione ed una produzione di altissima qualità. Certo, si avvertono sempre le dichiarate suggestioni di Pink Floyd, Radiohead e C.S.I., ma non si può assolutamente negare che ormai la band vive di vita propria. A dimostrazione, ci sono dieci canzoni esposte in maniera magistrale da un gruppo affiatato che, tra schitarrate acide (ma mai ruvide e/o fastidiose), atmosfere dall'impronta space-rock, qualche eco crimsoniano, melodie allucinate, un po' di elettronica sempre al servizio della musica e tratti sognanti, sa come fare in modo che l'attenzione dell'ascoltatore non rimanga "debole" come dice il titolo, ma sia invece costante, intensa ed impegnata, proprio per non perdere le molteplici sfaccettature offerte da questo disco. Infatti, un ascolto particolarmente attento rivela finezze continue ed una classe invidiabile da molti colleghi troppo spesso benevolmente osannati dalle cronache progressive. Triste destino quello dei Mary Newsletter: autori di una splendida proposta che ha anche un certo potenziale commerciale, ma "poco prog" per essere pienamente appetibile dai patiti del genere, legati ad un'ottima etichetta dalla fama "troppo prog" per uscire dalla cerchia degli appassionati del genere e nati in un'epoca in cui non c'è molta voglia di approfondire la buona musica e di avventurarsi in sentieri non conosciuti alla perfezione. Mi auguro vivamente di sbagliare, ma godremo in pochi, come spesso accade...
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Peppe Di Spirito
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