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MY EMPTY ROOM Grand illusions autoprod. 2004 DAN

L'esordiente quartetto danese usa l'etichetta prog sinfonico per definire la propria musica, precisando che si sente influenzato tanto dalla nuova ondata di progressive rock metal, capitanata dai Dream Theater, quanto da band come Yes e Genesis. Evidentemente ci deve essere un po' di confusione: le tastiere (suonate a turno dal chitarrista e dal batterista) ci sono, è vero, ma non è una tastiera a rendere un pezzo Prog! I nostri amici nordici hanno ascoltato molto bene i Dream Theater, come si evince dalla costante presenza di chitarre elettriche pesanti che fanno da appoggio per assoli abbastanza melodici e tecnici e dalla batteria martellante. Nel secondo pezzo emerge invece una vena compositiva più vicina al Prog classico con tastiere più presenti, anche se suonate in maniera abbastanza elementare, e riff chitarristici incalzanti. Il pezzo, della durata di circa 12 minuti, appare abbastanza articolato, anche se non brilla certamente per estro creativo. Un pianoforte (che sembra suonato con un totale di due dita impegnando gli indici) e riff di chitarra asciutti introducono il terzo brano (che è anche il penultimo se Dio vuole) con una voce che vuole apparire romantica. Purtroppo questo pianoforte, anziché dare il giusto pathos a questa sorta di ballad, è quasi più fastidioso delle unghie lasciate scorrere su una lavagna. L'ultimo pezzo appare più movimentato con una ritmica più varia e con tastiere questa volta Moog oriented ma sempre suonate con un totale di due dita. L'approccio è melodico/AOR con batteria saltellante che si impegola a tratti in una sorta di tarantella. Insomma, consigliamo ai nostri bravi musicisti, prima di tutto, di riordinare bene le idee, cercando di dare una direzione più unitaria e precisa alla propria musica. Poi andrebbe meglio curato l'aspetto della produzione e della registrazione, decisamente scadenti. Inoltre cercherei di rendere più ricchi gli arrangiamenti e magari farei di tutto per ingaggiare un tastierista propriamente detto. Si tratta di un album di esordio e c'è tempo e modo per migliorare: porgiamo i nostri migliori auguri alla band che per ora si profila solo come una stanza vuota che si apre su uno scenario pieno di grandi illusioni.

 

Jessica Attene

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