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MALDOROR L'arbre-cimetière autoprod. 2004 FRA

Nuovo gruppo francese... ma in attività da oltre 10 anni. I Maldoror si situano decisamente al seguito del tipico Prog francese in stile Ange e Mona Lisa, con grande teatralità per il cantato e grande enfasi nelle parti strumentali: that's the way I like it! "L'arbre-cimetière" è un concept album che narra la storia di Iken, condannato ad un supremo supplizio per aver violato i segreti della Torre. Data l'origine geografica della band (Albi, in piena Occitania) mi sono persino prodigato nello scovare eventuali riferimenti al catarismo. Arricchito da alcuni passaggi più heavy, l'album alterna deliziosi momenti di calma ad altri più movimentati, in un alternarsi mai casuale e propedeutico alla narrazione della storia dello sfortunato Iken. L'affiatamento dei quattro musicisti sembra essere ottimale e la messa in pratica delle idee musicali non risente praticamente per nulla dell'autoproduzione; perfino un leggero grado di ruvidità dei suoni che si avverte talvolta sembra essere intenzionale più che frutto di inesperienza o ristrettezze economiche. La parte del leone sembra farla Christophe Bellieres il quale, oltre a coprire il ruolo di cantante solista in modo enfatico come da dettami della scuola francese, si occupa anche delle tastiere e delle chitarre (ma c'è anche un altro chitarrista). Si tratta di un album di Progressive rock sinfonico della migliore specie, mai trasandato né dispersivo; non ci sono veri attimi fiacchi all'interno di quest'album anche se, come detto, esso presenta numerosi alti e bassi ritmici e differenti gradi di intensità. Si può obiettare che si tratti di un disco per i nostalgici di Ange e simili, ma il seguire un certo stilema non è certo di per sé da condannare; i nostri non si perdono certo nella pura emulazione di Décamps e soci, incorporando comunque varie altre influenze più heavy (Iron Maiden) o che si rifanno a gruppi di ben altro genere (Pink Floyd fra tutti) ed in ogni caso rileggendo il tutto in chiave molto personale e, soprattutto, dando vita ad un lavoro ottimamente costruito dall'inizio alla fine, senza veri punti deboli e certamente consigliabile a chi ama questo tipo di musica.

 

Alberto Nucci

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