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NICK MAY Whimwise AMP Records 2005 UK

Nick May è al suo primo album solista, ma il suo nome dovrebbe essere noto a chi mastica un minimo di storia del Prog inglese degli ultimi 20 anni. Il suo nome è legato a quelle di band pionieristiche come Dagaband e Tamarisk e, più recentemente, a quello degli Enid. Proprio l'esperienza col gruppo di Robert John Godfrey è chiaramente riconoscibile dalle prime tracce di questo "Whimwise", a tutti gli effetti, musicalmente parlando, un outshoot degli Enid stessi, coniugando il rock elettronico contemporaneo con un intenso e magniloquente rock sinfonico orchestrale. L'album, interamente strumentale, è suonato interamente dallo stesso May che, pur essendo originariamente un bassista/chitarrista (e di chitarra in quest'album ce n'è veramente poca!), si produce in un lavoro basato essenzialmente sui sintetizzatori, non dispensandoci da momenti virtuosistici e sinfonismi che ci fanno sentire il profumo dei classici temi da opera rock. Trovo davvero problematico dover parlare di questo disco senza citare ogni due frasi il nome degli Enid, specialmente riferendomi a un album come "Tripping the light fantastic", il capolavoro della band, almeno riguardo agli ultimi due decenni. Ovviamente è altresì forte l'influenza della musica classica (è un territorio comune…), alternando in questo caso i riferimenti alla contemporanea con quelli alla tradizione romantico sinfonica. Senza dubbio è un fatto positivo anche che il disco non abbia caratteristiche uniformi nel suo dipanarsi, spaziando da aperture ampie, di stile solenne ed enfatiche, a momenti più raccolti e soffusi, addirittura bucolici in qualche circostanza. Si tratta di un esordio discografico (ma non mi fossilizzerei su questo particolare) sostanzialmente ben realizzato, con arrangiamenti ottimamente curati ed altrettanto ben suonato, pieno di momenti trascinanti che solo in minima parte risultano eccessivamente bombastici (tipo nella conclusione di "Not in my name") o zuccherosi, riservando per la quasi totalità dell'album minuti di ascolto di alta qualità. Un album in cui la fusione tra musica rock e classica, essenza iniziale di un'ampia fetta della musica che amiamo, trova una sua concretizzazione di alto livello.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

THE ENID Tripping the light fantastic 1994 
THE ENID White goddess 1998 

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