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GIANNI MOCCHETTI |
Beta |
Spintapes Records |
2005 |
ITA |
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Questo cd mi ha trasmesso delle sensazioni piuttosto controverse, dopo molti anni di silenzio il ritorno di Gianni Mocchetti, ex bassista della band di Battiato durante la prima metà degli anni settanta, può giustamente sollevare qualche emozione... Il titolo di questo cd, "Beta", rappresenta un evidente richiamo un po' nostalgico ad un passato mitico e pionieristico, la copertina raffigura Mocchetti nel pieno della sua giovinezza ed all'interno del booklet sono inserite alcune foto che ritraggono la band di Battiato durante la prima esibizione nel 1972 al teatro La Torre in provincia di Milano. "Beta" non è altro che la registrazione live di un concerto tenuto da Gianni Mocchetti insieme al suo gruppo di supporto, in occasione del primo maggio del 2004: i brani suonati sono tutti estratti dai primi quattro lavori di Battiato, un omaggio a quattro indimenticabili pietre miliari della sperimentazione rock e della musica elettronica italiana (e non). Stranamente (e purtroppo) Mocchetti ha scelto di eliminare del tutto le tastiere ed i synths, proprio quegli strumenti che rappresentavano l'anima ed il senso di album come "Fetus" e "Pollution", riarrangiando tutti i brani in versioni quasi unplugged ed in chiave folk-rock, una scelta un pò bizzarra e discutibile: alla fine rimangono le semplici canzoni spogliate della loro carica avanguardistica, provocatoria ed innovativa... Le riletture eseguite in questo concerto suonano molto più datate ed antiquate rispetto alle versioni originali, sinceramente mi sono sentito davvero un pò a disagio nel sentire un capolavoro della musica contemporanea come "No U Turn" trattato come se fosse un semplice pezzo di cantautorato acustico... Alcune cose sono comunque dignitose, non mi aspettavo che venissero rispolverate "La Convenzione" (riarrangiata in chiave quasi hard rock, un'occasione mancata) e "Paranoia", quest'ultima in una versione piuttosto vicina allo spirito psichedelico dell'originale, probabilmente uno dei momenti più riusciti del concerto... Fra i diversi brani eseguiti durante il concerto, gli adattamenti di "Beta" e "Fenomenologia" lasciano un po' a desiderare tanto sono imbarazzanti ed approssimative nella loro semplicità; "Plancton" è rappresentata in maniera tutto sommato decente, con un bel flauto a fare da contrappunto alla voce di Silvia Perlini, mentre "Pollution" passa via in scioltezza senza grandi rimpianti. "Sequenze e Frequenze" in versione unplugged viene banalizzata e trattata come se fosse una ballata folk celtica qualsiasi, al confronto "Da Oriente a Occidente" subisce una sorte migliore e si avverte ancora un minimo della tensione esoterica del brano originale. Cosa dire, il Battiato degli anni settanta merita di essere giustamente tributato come uno dei pionieri della musica elettronica popolare in Italia, probabilmente è giunta l'ora di realizzare un tributo adatto, che non sia solamente rappresentato dalla nostalgia...
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Giovanni Carta
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