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MIND SKY Timewise autoprod. 2005 USA

Ogni tanto è bello mettere un CD nel lettore e riscoprire che è piacevole lasciarsi andare a quei suoni ben collaudati, considerati ormai classici per la musica prog. E questi Newyorkesi al loro debutto (anche se la formazione sta praticamente assieme dal 2001) sembrano avere davvero classe, pur muovendosi in territori rassicuranti e già ampiamente sfruttati. Le impressioni che si ricavano dall'ascolto della opener "Fathom" sono positive: si tratta di un arioso prog sinfonico con un ampio utilizzo del pianoforte, atmosfere eleganti e morbide, dominate dalla voce di Josh Gleason, impostata ad immagine e somiglianza di Peter Gabriel. Ecco quindi le solite influenze a base di Genesis, un pizzico di Yes, new prog Marillioniano: una ricetta senza dubbio conosciuta ma interpretata con grazia. Fin qui tutto bene, l'ascolto si prospetta quanto meno piacevole anche se non particolarmente stimolante. Il discorso in generale vale anche per la seconda traccia, la titletrack, per il grazioso strumentale acustico, "A Moment's Peace", ma anche per la traccia successiva, per quella dopo, fino ad arrivare alla traccia di chiusura, la lunga "Harvesting Stars". Cosa c'è che non va? Il fatto è che, traccia dopo traccia, ci rendiamo conto che i nostri amici americani sembrano aver costruito l'intero album girando sempre attorno ad un pugno di idee abbastanza limitate. A volte ritornano, in diverse canzoni, temi e riff che ormai pensavamo di esserci lasciati alle spalle e l'album si trasforma in un totale déjà-vu di sé stesso, oltre che ovviamente dei modelli di ispirazione già citati. Un album che pur tra mille lusinghe, sfuma inesorabilmente fra le nuvolette vaporose disegnate in copertina.

 

Jessica Attene

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