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SCOTT MOSHER |
Deep horizon |
The Ambient Mind |
2006 |
USA |
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Scott Mosher, chitarrista-compositore americano, si riaffaccia sulla scena con un nuovo quarto disco, a distanza di due anni dal suo "Inferno", dischetto molto carino di heavy rock-prog ispirato principalmente ai Rush (periodo circa "Signals" e "Grace Under Pressure"). "Deep Horizon" sembra riportare Mosher verso luoghi musicali più sicuri e meno rischiosi, dopo l'avventurosa ed intelligente prova di "Inferno": le sonorità si fanno più rocciose e monolitiche, il dinamico e fantasioso connubio metal-Rush-elettronica che caratterizzava "Inferno" lascia il passo ad un drammatico ed evocativo metal sinfonico, a metà fra Queensryche, Ayreon, Fates Warning, Savatage, Saviour Machine... Con il classico cantante "Geoff Tate clone" Scott Oliva a sostituire il precedente vocalist Todd Corsa, "Deep Horizon" è strutturato attraverso brani articolati, compatti e diretti, ma privi di quelle aperture strumentali futuristiche che distinguevano in positivo diverse composizioni passate di Mosher. L'ambizione di voler creare un punto d'unione fra le sonorità heavy e la musica elettronica ed ambientale, una pretesa un tantino fuorviante visti i recenti sviluppi di "Deep Horizon", è stata originariamente incoraggiata dal suo primo cd solista "Ambient Earth", uscito nel 1996 ed interamente strumentale... Sono trascorsi dieci anni, affinata la tecnica ed aumentati i mezzi disponibili, Scott Mosher ha comunque messo da parte (momentaneamente?) qualsiasi velleità sperimentale per dar spazio alla forma canzone, da lui considerata probabilmente come il migliore mezzo per diffondere le proprie idee, musicali e non. Per il sottoscritto "Inferno" ed "Ambient Earth" rimangono i titoli di Scott Mosher più riusciti ed interessanti, se siete interessati al genere possono ben valere qualche soldino!
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Giovanni Carta
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