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SCOTT MOSHER Inferno The Ambient Mind 2004 USA

"Inferno" è il terzo disco del chitarrista-compositore canadese Scott Mosher, musicista indipendente che ama crearsi uno spazio virtuale fra presente e futuro: heavy metal, elettronica, tentazioni sinfoniche e qualche velleità sperimentale, questi sono gli ingredienti utilizzati da Mosher per la realizzazione dei suoi dischi. Se escludiamo il suo primo lavoro "Ambient Earth", interamente strumentale e probabilmente il più sperimentale, Scott Mosher ha probabilmente realizzato con "Inferno" la sua opera meglio riuscita. Differentemente da quanto accadrà con la recente "svolta" heavy metal di "Deep Horizon", più ispirato e convincente rispetto a "Virtuality", uscito nel 2001, l'Inferno di Mosher è un monito per metterci in guardia sul destino dell'umanità: temi come l'inquinamento, il pericolo di nuove tecnologie sempre più invadenti, guerre devastanti, alienazione urbana (temi che ricorrono in tutti i dischi di Mosher) in "Inferno" trovano forse la loro colonna sonora ideale, un heavy rock futurista ed apocalittico con tastiere e synths in evidenza, chitarre potenti e puntuali, atmosfere ad ampio respiro ed una voce, quella di Todd Corsa, che sembra voler rendere omaggio a Geddy Lee. Non a caso, i Rush sono sicuramente una delle ispirazioni principali per Mosher, l'influenza di opere come "Signals", "Moving Pictures" e "Grace Under Pressure" si fanno ben sentire in tutto il disco, specialmente nelle spettacolari e futuribili orchestrazioni per synths... "Inferno" ha comunque una sua personalità, senza essere un disco memorabile o particolarmente originale... Al di là delle evidenti somiglianze con i Rush, Scott Mosher dimostra in alcuni momenti di avere una discreta sensibilità verso le sonorità elettroniche (oserei dire fra i Tangerine Dream d'inizio anni ottanta e le sonorità techno più mordide ed atmosferiche), le canzoni sono godibili ed in alcuni frammenti quasi originali, un brano come "Ghostland" mi ha fatto venire in mente addirittura i Voivod! In definitiva, per tutti i fan dei Rush (e non solo) "Inferno" può essere davvero un bell'ascolto...

 

Giovanni Carta

Collegamenti ad altre recensioni

SCOTT MOSHER Virtuality 2001 
SCOTT MOSHER Deep horizon 2006 

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