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SCOTT MOSHER Virtuality The Ambient Mind 2001 USA

Virtuality è il secondo cd del chitarrista-tastierista americano Scott Mosher. Rispetto al suo cd d'esordio "Ambient Earth", opera interamente strumentale pubblicata ormai una decina d'anni fa, questo disco lascia quasi del tutto indietro ogni velleità sperimentale per dare spazio ad un impianto sonoro più ortodosso, una tendenza confermata anche dall'arrivo del cantante Todd Corsa. Le atmosfere epiche e grandiose dei brani di Scott Mosher sono legate alla sua passione per le sonorità elettroniche e digitali... In questo caso non sempre il risultato è all'altezza delle intenzioni: i brani talvolta sembrano tirati un pochino per le lunghe e le parti vocali di Corsa (un piccolo emulo di Geddy Lee) non sono ancora del tutto convincenti, le ambizioni "elettroniche" di Mosher possono sembrare anche un pochino datate, non al passo con i tempi... Scott Mosher avrà sicuramente l'occasione di far valere al meglio la propria musica con il suo terzo album, "Inferno", opera sicuramente più convincente e moderna (per quanto possibile). Però, a pensarci bene anche questo "Virtuality" non è proprio da dimenticare: se mettiamo in disparte l'utilizzo di una drum-machine tutt'altro che esaltante, possiamo comunque goderci qualche brano interessante, nelle suggestioni cyberpunk come The Human Machine e, soprattutto, nelle composizioni ancora strumentali disseminate in "Virtuality", dove le tendenze elettroniche e vagamente ambientali di Mosher riescono a trovare un terreno adatto come in "Shores of a Cosmic Ocean", "A Season of Fire", "Infinity Burns"... L'impianto sonoro metal sinfonico ed elettronico si lega direttamente ai Rush periodo "Signals" e "Grace Under Pressure" e di conseguenza, con le dovute proporzioni, anche alle cose migliori di Ayreon; è anche possibile cogliere in minima parte l'influenza di Jean-Michel Jarre e dei Tangerine Dream periodo anni ottanta. In definitiva, "Virtuality" può valere un ascolto senza doversi aspettare nulla di straordinario, sicuramente in giro c'è di molto peggio!

 

Giovanni Carta

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