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MAGNI ANIMI VIRI |
Heroes temporis |
autoprod. |
2006 |
ITA |
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Non so se questa sia la sede più opportuna per parlare di questo gradevolissimo progetto che ha coinvolto numerose persone. Bisognerebbe chiedersi se avere un’orchestra sinfonica a disposizione, turnisti di livello internazionale e degli interpreti superiori alla media delle produzioni locali, equivale per forza a suonare rock progressivo.
Metto da parte per un momento questo particolare, che per una fanzine che tratta questo genere musicale dovrebbe essere essenziale, per parlare in maniera più approfondita di questo lavoro.
"Heroes temporis" per essere un’autoproduzione lascia a bocca aperta, sia per l’impatto grafico (digipack con booklet di 32 pagine), sia per la parte musicale.
Il progetto prende forma dall’idea (non certo originalissima diciamoci la verità) di due tastieristi di Battipaglia (Giancarlo Trotta e Luca Contegiacomo) di unire una vera e propria orchestra sinfonica di 100 elementi ad una rock band, rock band fatta di elementi di primo ordine, turnisti molto apprezzati nell’ambiente metal e hard rock internazionale. Troviamo infatti Randy Coven al basso (che ha suonato tra gli altri con Steve Vai), Marco Sfogli alla chitarra (che ha lavorato con James LaBrie) e John Macaluso alla batteria (che ha prestato i suoi servigi a Malmsteen, Vitalij Kuprij, e Alex Masi tra gli altri). L’orchestra sinfonica che è tra le note più positive di questo lavoro è la Bulgarian Symphony Orchestra Sif.309 diretta dal maestro Giacomo Simonelli. Se si unisce a questo un tenore maschile (Francesco Napoletano della Fondazione Arena di Verona) e un contraltare femminile da applausi (Ivana Giugliano) il progetto parte sotto i migliori auspici. Quindi prendete posto, non tirate i popcorn alle persone che vi stanno davanti, spegnete i cellulari e godetevi lo spettacolo di questa rappresentazione.
Il tema del concept è un viaggio verso la conoscenza attraverso il sogno, ma più che parlare dei testi voglio soffermarmi sulla musica questa volta. A mio modesto parere parlando di recenti rock opera, il paragone con "Dracula" della PFM non regge, anche perché (con tutto il rispetto per lo storico gruppo progressive italiano) "Heroes temporis" è molto più accattivante. Lo paragonerei ad uno "Streets" dei Savatage ma con echi molto meno hard o ad un "Gobbo di Notre Dame" più pesante musicalmente.
Potendo contare su una formazione abbastanza cattiva e dotata da un punto di vista tecnico, le parti più rock fanno pensare subito ai Dream Theater e anche ai nostri bistrattati Rhapsody (vedi "Pensieri" e "Tertia vigilia") ma secondo me il punto principale di questo lavoro sono i pezzi in cui le voci e l’orchestra la fanno da padrone. E, sperando di non offendere nessuno, quando si parla di orchestra e di voci gradevoli, il paragone con le kermesse musicali nazional popolari è abbastanza scontato.
Per quanto mi riguarda i pezzi più melodici sono il punto di forza di questo lavoro. Potendo contare su due elementi: un tenore con voce impostata ma che si muove benissimo nei territori della musica leggera e di una voce femminile a mio parere spettacolare come quella di Ivana Giuliano i pezzi più semplici (ma arrangiati in maniera perfetta) sono quelli che hanno maggior potenziale.
Penso ad un brano come “Finché” e la mia mente vola al successo che hanno avuto le colonne sonore dei film d’animazione della Walt Disney. Ascolto un brano come “Mai più“ e il paragone con i lavori di Andrea Bocelli è più di un’ipotesi azzardata. “Come un falco” con il suo duetto tenore-voce femminile e con l’arrangiamento e l’orchestrazione azzeccatissima, vincerebbe subito Sanremo.
“Sai cos’è” ti fa immediatamente pensare ad Esmeralda e Quasimodo di Cocciantiana memoria. “Immenso“, se l’avesse cantata una cantante più famosa tipo Laura Pausini (che vale la metà dal punto di vista vocale della Giuliano), scalerebbe qualsiasi classifica non solo nazionale.
Un lavoro quindi superiore alla media, senza alcun dubbio, che, supportato in maniera adeguata, potrebbe veramente essere un successo soprattutto all’estero.
Riprendiamo però il punto che abbiamo accantonato all’inizio. C’è un concept alla base di questo lavoro, l’orchestrazione e la tecnica individuale sono notevoli, l’uso dell’orchestra sinfonica potrebbe far pensare a soluzioni intriganti. A mio modesto parere, tutte queste cose però non fanno di "Heroes temporis" un disco prog. Ci sono echi dei New Trolls a volte, vero, l’impronta prog metal è molto presente, ma queste cose secondo me non bastano per farlo entrare di diritto nel calderone progressivo.
"Heroes temporis" quindi, se dovesse avere il successo che si merita, rischia di dividere gli amanti del genere. E’ una rock opera ok... di prog ce n’è ben poco per me... è vero (anche se chi ha ideato questo progetto crede forse il contrario), ma sinceramente questa volta prendo il meglio che questo lavoro mi ha lasciato, vale a dire due stupende voci (soprattutto quella femminile), parti orchestrali arrangiate benissimo, assoli precisi e canzoni melodiche superiori alla media nazional-popolare. Per le polemiche tra appassionati ci sarà tempo.
Spero soltanto che l’eventuale successo che questo progetto avrà, apra nuove porte ad altri gruppi italiani non meno validi e affamati di visibilità.
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Antonio Piacentini
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