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MYSIA |
Solitudes |
High Tide |
1995 |
ITA |
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Si è sempre considerato (o almeno lo faccio io) il Progressive una tendenza, più che un vero genere, motto ampia che può spaziare dalla new age ai Dream Theater, gusti personali a parte, ovviamente. Se è vero che il Prog classico, come viene comunemente inteso, è il rock sinfonico o romantico, è altresì vero che ottime contaminazioni di questo con altri generi più estremi hanno prodotto spesso risultati molto interessanti. Non è questa la sede per una disquisizione sul caso, ma quest'introduzione mi serve per presentare il 4° album dei vicentini MYSIA, i quali oramai si stanno guadagnando un nome nell'ambito della new age. Per l'occasione, al duo storico formato da Andrea Bassato e Franco Pivato, si è aggiunto un terzo membro nella persona di Didier Bellon, professione programmatore... di batterie. Proprio questo nuovo innesto, consentendo alla musica dei MYSIA un notevole incremento nello spettro delle soluzioni musicali, ha provocato in qualcuno dei 14 brani un piccolo allontanamento da quanto essi avevano fatto finora; devo dire non un cambiamento molto incoraggiante. La batteria elettronica suggerisce ritmiche quasi spaziali/psichedeliche, o anche vagamente funky, e la commistione con altri brani più tradizionalmente MYSIA costituisce il leit-motiv di quest'al-bum. Il CD è in effetti diviso in 4 suite suddivise esse stesse in brani che potrebbero avere vita propria, ma proprio la lettura di queste suite ognuna come un tutt'unico è la chiave con cui possiamo interpretare positivamente il risultato; risultato che, comunque, mi pare di poter definire inferiore alle produzioni passate del duo.
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Alberto Nucci
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