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MARIMBA PLUS |
Celestial elephant |
Ark-System Records |
2007 |
RUS |
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La Russia nasconde sempre delle piacevoli sorprese, peccato che spesso quanto di meglio questo paese produce in ambito musicale rimanga confinato in patria e praticamente invisibile ai nostri occhi. La terra degli zar è vittima della sfrenata invasione coloniale capitalistica delle multinazionali occidentali ma paradossalmente non riesce ad esportare con agevolezza i propri talenti. I canali di distribuzione musicali interni rimangono di fatto tagliati fuori dal resto del mondo e per chi vive all'esterno del paese è pressoché impossibile comprare direttamente le produzioni musicali a distanza nei negozi russi. Gruppi come i Marimba Plus, conosciuti ed apprezzati nel loro paese, tanto da essere stati scelti per aprire la data di Mosca del grande Al Di Meola, ne subiscono certamente le conseguenze in termini di visibilità all'estero e anche noi, come fruitori di buona musica, perdiamo sicuramente qualcosa, non riuscendo ad accedere ad un mondo musicale così vasto e prezioso. Tutta questa introduzione filosofica per dirvi che questo bellissimo nuovo album siamo dovuti andarcelo a prendere direttamente in Russia, dove abbiamo anche avuto il piacere e l'onore di assistere ad una serie di esibizioni dal vivo!
I Marimba Plus definiscono la propria musica "Art Fusion", e bisogna ammettere che questa etichetta calza a pennello alle loro composizioni che poggiano sicuramente sul jazz ma che allo stesso tempo sono contaminate da elementi cameristici con qualche guizzo d'avant garde. Questo nuovo album, come suggerisce la copertina, è leggero ed arioso, non certo perché privo di spessore e contenuti, ma fondamentalmente perché la musica che contiene è più flessuosa, leggiadra ed evocante sentimenti positivi e gioiosi rispetto al precedente album, l'ottimo "Zebrano", che puntava su contrasti più decisi. L'elemento centrale rimane ovviamente la favolosa marimba di Lev Slepner, marimbafonista di grande talento e principale compositore, supportata dal flauto di Ilya Dvorezkiy, col quale si trova spesso a duettare, e da una sezione di fiati d'eccellenza, con sassofono, clarinetto e, più sporadicamente, tromba. Proprio basata sul binomio marimba-flauto è la centrale "Twilight", una traccia dalle atmosfere sfumate che dà quasi l'impressione di fluttuare fra gli svolazzi leggeri del flauto e le morbide ondate percussive della marimba. Sono ben rappresentati nell'album i pezzi d'atmosfera, che fanno leva soprattutto su sensazioni uditive piacevoli e vibranti, che sbocciano con grazia in un delicato e fitto baluginio di note. E' questo il caso di "Paradise Garden", con le note lunghe e sospirate della tromba, il fruscio delle fruste e un elegante violoncello che compare in questa traccia soltanto, a differenza di "Zebrano" in cui gli archi erano stati più ampiamente impiegati. Altrettanto suggestiva è "The Ocean Depth", interpretata in solitario da Lev… e qui sembra quasi si muoversi nel misterioso mondo degli abissi marini: i suoni sono fluidi, carezzevoli con una dominanza di tonalità gravi. Nello stesso gruppo di canzoni va collocata la stupenda "My Sun", una delle due tracce che presenta linee di cantato, interpretata dalla voce angelica di Eteri Bernashili che pare quasi librarsi leggera fra le nuvole ed i raggi dorati del sole con suggestioni percussive che sembrano provenire dal continente africano. A questa serie di tracce meditative vengono alternati pezzi dal piglio più movimentato come quello di apertura, l'accattivante "Star Flicker or Happy 70th", costellato da bei momenti solistici, con una bella interazione fra fiati e marimba. Ancora "On the Golden Sands" si presenta deliziosa a livello compositivo, raffinata dal punto di vista tecnico ed esecutivo, con i suoi passaggi fluidi e dinamici ed un mood brioso. Infine la traccia di chiusura, "Grand Funk", l'altra cantata, è un pezzo scherzoso dal sapore funky (come suggerisce il titolo) e un po' Zappiano, che forse stona un po' con la globalità dell'album ma che lo chiude comunque in maniera piacevole.
Album bello senza dubbio, non lunghissimo (43 minuti), in cui prevalgono, come spiegato, atmosfere e sonorità ariose, che non esplode mai veramente e in cui la tecnica, incontestabile, passa in secondo piano rispetto alla narrazione sonora, o meglio ancora, è messa al servizio di quest'ultima. Un album in cui i singoli passaggi vanno assaporati a fondo e in profondità; forse un gradino sotto a "Zebrano" per certi aspetti, ma comunque di valore e sicuramente pieno di contenuti validi. C'è da dire che questo disco, preso singolarmente, non rappresenta alla perfezione i Marimba Plus, i cui album hanno ognuno un carattere ben delineato e la cui musica sembra essere qualcosa di fluido ed inafferrabile che forse solo un'esibizione live potrebbe riuscire ad esaltare con la massima efficacia e che difficilmente un'incisione in studio può riuscire a fermare, forse proprio per la forte ispirazione jazz che anima questa band. A questo punto il mio desiderio sarebbe quello di un CD live… chissà che qualcuno in Russia non mi ascolti…
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Jessica Attene
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